Corriere dello Sport: “Pirrello: Piqué, il Palermo e il sogno serie A. Il difensore è in prestito: «Sottil mi sta aiutando a crescere in Lega Pro»”
“C’è una generazione di talenti rosanero che cresce lontano da Palermo. Da Antonino La Gumina, che gioca a Terni, a Roberto Pirrello, prestato al Siracusa dopo un brevissimo passaggio estivo a Livorno. Insieme con il difensore centrale ventenne ci sono anche Matheus Cassini e Marco Toscano. Pirrello è ormai entrato stabilmente nel gruppo dei titolari di Andrea Sottil: centrale forte fisicamente (è alto un metro e novanta) e con un buon piede destro, questo ragazzo originario di Alcamo è stato protagonista nella vittoria di Reggio Calabria, che ha consentito al Siracusa di risollevarsi. Le prime soddisfazioni della carriera da professionista, partita proprio quest’anno dalla Lega Pro. «Com’è la terza serie? Rispetto alla A e alla B, probabilmente si corre tanto e si punta molto sulla quantità. Le differenze con il calcio giovanile sono enormi: nel professionismo ci sono calciatori di esperienza, sei meno protetto e devi crescere. È una scuola sia a livello professionale sia umano», racconta. Lei è cresciuto nelle giovanili del Palermo. Che ricordi ha di quella esperienza? «Bellissimi. Sono nato ad Alcamo (a metà strada tra Trapani e Palermo, ndr) e ho iniziato a giocare a calcio una decina di anni fa. Dopo l’Adelkam sono passato al Palermo: nelle giovanili rosanero sono rimasto sette anni, dai Giovanissimi fino alla Primavera. Quest’anno, a Siracusa è la prima vera esperienza lontano da casa». Ha sempre fatto il difensore? «Sì, ho sempre giocato in difesa. Lo scorso anno, nella prima squadra del Palermo, Iachini mi ha provato terzino destro e addirittura quinto di difesa, visto che lui giocava con la linea a cinque. Mi sono trovato bene, ma in generale ho sempre fatto il centrale, è il ruolo che mi riesce meglio, specialmente nella posizione di centrodestra nella difesa a tre». Finora con il Siracusa lei ha disputato otto partite, di cui molte da titolare. Come procede il suo ambientamento? «Non è stato facile all’inizio perché c’è stato un cambiamento di programma in estate. Inizialmente dal Palermo ero stato prestato al Livorno, ma mi sono reso conto che difficilmente avrei giocato perché la rosa era molto numerosa e certe premesse non sono state rispettate. Per questo, all’ultimo giorno di mercato, ho fatto una scelta e ho accettato di andare al Siracusa. All’inizio ero un po’ scombussolato, ma il mister mi ha manifestato subito fiducia e mi ha aiutato in questo percorso». E i suoi compagni Toscano e Cassini, entrambi in prestito al Siracusa dal Palermo, come si trovano? «Si trovano bene perché qua c’è un ottimo gruppo, i ragazzi più grandi ci hanno accolto alla grande. Cassini ha giocato un po’ di più, Toscano invece ha trovato meno spazio. Marco è uno che si impegna tanto in allenamento e penso che verrà ripagato presto». Su Cassini ci sono molte aspettative. «Anche il mister Sottil punta su Cassini, spesso quando la partita è in bilico lo fa entrare. Darà alla squadra una grande mano». Con Sottil che rapporto ha? Il suo tecnico è stato un ottimo difensore… «Parliamo ogni giorno. Lui da giocatore era uno molto grintoso, cerca di insegnarmi a tirare fuori questo aspetto. Molto spesso mi dice che una cosa che mi manca è questa “cattiveria agonistica”, una caratteristica che in Lega Pro bisogna avere». C’è una persona nel mondo del calcio che si sente di ringraziare? E nella vita privata? «Devo senz’altro ringraziare tutti gli allenatori che ho avuto e il direttore del settore giovanile del Palermo, Dario Baccin. Nella vita privata, la mia famiglia, la mia ragazza e i miei amici. Tutti mi fanno sentire il sostegno anche nei momenti più complicati». Passioni al di fuori del calcio? Dal suo profilo Instagram vedo che le piacciono i tatuaggi… «Sì. Ai miei genitori un po’ meno (ride, ndr) quindi cerco di non ostentarli, però alcuni di quelli che ho sono dedicati proprio ai miei familiari e a mio nonno che purtroppo non c’è più dall’anno scorso. Ci tengo a questi tatuaggi perché hanno un significato profondo, non li ho fatti tanto per farli». Da bambino aveva degli idoli? «Il mio giocatore preferito era Fabio Cannavaro. Oggi un giocatore che ammiro tanto è Gerard Piqué del Barcellona, un fenomeno». Un suo ex compagno in Primavera, Simone Lo Faso, ha appena esordito in Serie A. Come lo vede? «Siamo amici, è un ragazzo di grandissimo talento, di prospettiva. Deve dimostrare tanto come tutti i giovani che sono all’inizio e sono contentissimo per il suo esordio in Serie A». Il suo sogno è la A con il Palermo? «La Serie A è il sogno di tutti, spero che arrivi con il Palermo. Da bambino tifavo per la Juventus, ma negli anni mi sono molto affezionato alla società rosanero. Oltre alla Juve seguo con passione anche il Palermo e spero che vinca». Si salverà? «Sì, spero proprio di sì. Ho visto tante partite, compatibilmente con gli impegni con il Siracusa, e devo dire che in molti casi non meritava di perdere. Anche lo scorso anno è partito male, poi si è risollevato». E il Siracusa ce la farà a salvarsi? «Abbiamo raccolto meno di quello che potevamo. Speriamo che la vittoria di domenica (contro la Reggina, ndr) ci aiuti, la classifica è corta e bastano un paio di successi per passare da penultimi a metà classifica». Come immagina il suo futuro? «Cerco di dare sempre il massimo, di allenarmi nel migliore dei modi e di fare capire all’allenatore che può contare su di me. Accetto le decisioni e sono sempre disponibile, sia da titolare sia per pochi minuti. Ho firmato altri tre anni di contratto con il Palermo, sto dando tutto per il Siracusa, ma non nascondo che spero di tornare in rosanero. Con il tempo è cresciuto in me l’affetto per questa squadra».”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.