Corriere dello Sport: “Pescara-Zeman non è impossibile. Ieri Sebastiani e il tecnico due ore insieme a Roma”

In riva all’Adriatico c’era un po’ di nostalgia del tormentone-Zeman. Ad un certo punto era stato interrotto dal ciclone-Oddo, ma adesso il discorso si riapre, con il solito flusso di conferme, smentite e, soprattutto, lunghe attese. Anche ora, come allora, bisognerà aspettare la risposta del boemo, come nella migliore tradizione. In ogni caso, dopo tanti falsi allarmi, il fatto nuovo è che sembra che il lupo stavolta ci sia davvero. Dunque, quel filo che si era spezzato potrebbe riannodarsi. Ma, visti i precedenti, meglio usare prudenza e andarci con i piedi piombo. In ogni caso ieri il contatto c’è stato, al Circolo del Rugby di Roma. Da una parte Zdenek, dall’altra il presidente del Pescara, Daniele Sebastiani, con i direttori sportivi Luca Leone e Peppino Pavone, quest’ultimo amico di vecchia data dell’allenatore con il quale formava un binomio perfetto nel Foggia dei miracoli. Due ore di conviviale in perfetta sintonia, per chiarire anche qualche incomprensione pregressa, come ad esempio quando Zeman, nell’estate 2015, se la prese a male perché si sentiva impegnato nel ritorno in biancazzurro e, invece, fu scalzato dalla conferma di Oddo. Che poi conquistò la serie A e nessuno pensò più a lui. Ma da 48 ore Oddo è un ex, quindi si può tornare al primo amore. Tutti vorremmo sapere come andrà a finire, ma tocca pazientare. E se Zeman, intercettato da calciomercato.it nel primo pomeriggio, ha fatto ricorso al consueto humor inglese, «sì, ho accettato la proposta: ma era quella di andare a mangiare insieme e ci sono andato», condito dall’immancabile inchino al destino, «tornare? Tutto è possibile», Sebastiani è stato molto più loquace: «E’ stato un incontro distensivo, in amicizia, l’ho visto in forma, abbronzato. Pace fatta? Nella vita può capitare di rimanerci male per un qualcosa, ma tra persone intelligenti basta parlare due minuti per chiarirsi». Loro, in realtà hanno parlato per più di due ore, però il nodo cruciale non è stato sciolto. Accetterà Zeman di prendere il Pescara in corsa, ovviamente per poi ricostruire nella prossima stagione dopo la presumibile retrocessione? La risposta è stata procrastinata a oggi. L’offerta economica è importante, 100 mila euro per concludere questo campionato e mezzo milione per ripartire. Tuttavia non è solo questione di soldi. «E’ comprensibile – specifica il presidente – che ci siano delle resistenze per prendere una squadra con giocatori che magari non corrispondono alle caratteristiche di un certo tipo di gioco. Non è solo una perplessità di Zeman, ma lo sarebbe di ogni allenatore. Non è piacevole pensare di dover gestire una retrocessione. Che per me non è scontata. Io personalmente ci credo ancora e non mi arrenderò fino all’ultimo minuto utile, però non mi meraviglio se per gli altri è diverso. In ogni caso, Zeman era il primo tecnico che volevamo contattare e resta la prima scelta, anche se Leone e Pavone si metteranno a lavorare pure su altri nomi. Ci stiamo guardando intorno, senza tuttavia escludere l’ipotesi che possa rimanere Luciano Zauri». Dunque, c’è un piano A e uno di riserva, cioè che Zeman possa tornare a Pescara a giugno per ripartire con tutti i crismi nella prossima stagione. Ovviamente la dirigenza adriatica preferirebbe definire subito la questione, altrimenti non avrebbe effettuato la repentina spedizione capitolina, però in questi casi qualche ora di riflessione in più non guasta. Comunque vada a finire, essendo ormai a metà settimana le probabilità che a condurre la squadra nella partita di domenica prossima contro il Genoa ci sia Luciano Zauri sono alte. L’ha già preparata, ha le idee chiare, conta anche sulla reazione d’orgoglio di un gruppo che è rimasto molto colpito dall’epilogo della vicenda Oddo, anche se non ha fatto molto per evitarlo“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.