L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” approfondisce il momento di Pescara e Palermo, a poche ore dallo scontro diretto. I padroni di casa non dovranno fallire l’appuntamento con la vittoria, in modo da riscattare il ko di Lecce e mettersi alle spalle un periodo negativo. Pillon ha lavorato sulla testa dei suoi ragazzi, anche se ci sarà da fare i conti con il poco tempo avuto a disposizione per prepare il match: un giorno in meno rispetto al Palermo. Guai a cercare alibi. Il Pescara si affida al fortino dello stadio Adriatico, dove ha sempre conquistato punti ad eccezione delle gare contro Cittadella e Brescia. Tuttavia, dovrà fare a meno di Campagnaro, Melegoni, Kanoutè e Marras. Scalpitano Gravillon e Del Grosso in difesa, Monachello e Del Sole in attacco. A centrocampo scelte obbligate. Il Palermo vuole esorcizzare la paura e a ciò ci pensa il tecnico Stellone: «La corsa è lunga, anche le altre avranno partite difficili, se dentro di noi nasce il timore di non farcela, è più probabile che non ce la faremo. Vedo allarmismo, non ci sono problemi. Brescia e Lecce hanno accelerato ma dovranno giocare fra loro. Le ultime nostre 4 gare (8 punti, ndc.) sono state buone. In caso di A, al di là dell’orgoglio personale, il contratto migliora per ciascuno di noi e vi assicuro che pagherei di tasca mia per vedere la gioia dei palermitani e lo stadio pieno. L’anno scorso? Io penso a questa stagione e devono farlo anche i ragazzi. Le ammonizioni subite a Cosenza sono state ingenue: Bellusci poteva evitare di fare fallo, Rajkovic ha perso palla, Nestorovski sa di aver sbagliato. Subiamo troppe rimonte, solo con Perugia e Lecce abbiamo tenuto il vantaggio ma niente assilli, può cambiare tutto. Stasera saremo in emergenza ma è in queste partite che una squadra forte deve pensare positivo. Ci mancano 5-6 elementi importanti, ma sono certo che faremo bene. Abbiamo la rabbia giusta, vedo la squadra che si allena con serietà. Il Pescara non attraversa buon momento, noi proveremo a vincere ma non dobbiamo perdere. Quindi né barricate né arrembaggio. Poche conclusioni a Cosenza pur con 4 punte? Volevo dare impronta alla partita ma mi ha sorpreso il loro atteggiamento. Abbiamo saltato poche volte l’uomo, il punto non è da buttare. A Pescara voglio più cross e più tiri in porta. Da luglio ho scelto di vivere a Pescara, mi ci trovo bene, c’è il mare, è il giusto compromesso per la vicinanza con Roma, Perugia (di cui è originaria la moglie, ndc.) e la Puglia dove vive mio padre. Condizionati dagli altri risultati? A seconda di come andranno potrebbero rilassarci, darci timore o rabbia agonistica. Pensiamo a noi».