Corriere dello Sport: “Pergolizzi e il Palermo vincono col metodo Allegri”

Il Palermo continua la propria marcia verso la Serie C. I rosanero sono specialisti in vittorie di misura (8 su 12), ma è continuo, capace di ottenere quanto gli serve, soprattutto in trasferta, fondato su una difesa fortissima e che sta prendendosi la sua parte di primati dopo quelli toccati ad inizio di stagione all’attacco (sempre in gol per 10 partite di fila, 12 giocatori diversi a segno e il rotondo 6-0 interno che non si registrava da oltre 60 anni). In 7 gare fuori casa, un solo gol subito, peraltro non nato su azione degli avversari, ma per un’autorete di Crivello. Fermato anche il Giugliano che sul proprio campo aveva vinto sempre, 6 volte su 6 e viaggiava alla media di 3 reti per gara, ma contro il Palermo è rimasto a bocca asciutta. Il Palermo, scrive l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”, somiglia alla Juventus guidata, fino allo scorso anno, da Massimiliano Allegri. Il tecnico non nascondeva la propria soddisfazione davanti alle tante vittorie dei bianconeri per 1-0 che in molti suscitavano perplessità e commenti sferzanti. Indicavano a suo dire un equilibrio che poi veniva spezzato a proprio favore dalla squadra comunque più forte. Il Palermo di Pergolizzi si è incanalato su questa falsariga. Delle 6 vittorie ottenute in trasferta, 5 sono di stretta misura, con quattro 1-0 (a Marsala, Messina contro l’Fc, Nola e Giugliano), e l’1-2 in rimonta conquistato a Biancavilla. Solo una volta, sul campo del Roccella, il Palermo ha vinto con uno scarto maggiore, 2-0. In casa, altri tre successi sofferti, ma sempre raggiunti con merito: praticamente mai in discussione quello sul San Tommaso (il punteggio di 3-2 arrivò all’ultimo secondo di recupero), più combattuti quelli nei derby con Licata e Acr Messina, comunque significativi di una squadra che sa anche lottare per difendere il risultato. L’uscita dal primo momento di impasse stagionale, seguito al ko col Savoia, è arrivata proprio con due 1-0 di fila, che però non sono apparsi figli di una mentalità sparagnina o rinunciataria, ma piuttosto di due prestazioni tatticamente intelligenti e dell’abilità a sfruttare i momenti decisivi di una gara, qualità che deve contraddistinguere una squadra come i rosa, chiamata a raggiungere un solo obiettivo, quello dell’immediata promozione, e dunque bisognosa di concretezza più che di svolazzi.