Corriere dello Sport: “Perché l’Iran va escluso dai Mondiali”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’Iran che andrebbe esclusa dai Mondiali.
Gentilissimo Gianni Infantino, Presidente Fifa, sono Tiziana Ciavardini, antropologa culturale e giornalista. Ho vissuto per lunghissimo tempo in Iran e mi sono occupata soprattutto della società contemporanea iraniana. Per anni , vivendo sotto quel regime, ho subito le stesse violazioni dei diritti che vivono quotidianamente le donne iraniane, per questo sento l’obbligo intellettuale e morale di scriverle quanto segue.
In Iran si stanno perpetrando, in queste ore, violente repressioni nei confronti della popolazione che sta manifestando contro una dittatura. Quella dittatura esiste dal 1979, anno della Rivoluzione Islamica. Da allora ogni libertà individuale è stata violata. Le donne sono state obbligate a indossare un velo e un abbigliamento consono ai dettami . Da quell’anno le minoranze etniche e religiose sono state discriminate, la libertà di espressione completamente annullata e ogni atteggiamento occidentale negato. Dalla morte di Masha Amina, la ragazza kurdo – iraniana deceduta a seguito delle percosse ricevute per aver indossato in modo inappropriato l’hijab, il velo islamico, in Iran si sta consumando una “guerra civile”. Sono centinaia i morti, tra cui donne e bambini, e migliaia il numero degli arrestati. Domenica 2 ottobre, le autorità hanno circondato la più prestigiosa università iraniana, la Sharif University a Tehran, tenendo in ostaggio centinaia di studenti le cui sorti sono ancora oscure.
Tutto ciò premesso, con quali presupposti è ancora possibile pensare di far partecipare il Team Melli, la n azionale di calcio ira n iana, alle competizioni che si svolgeranno in Qatar il prossimo novembre? Come può la Fifa legittimare un Regime misogino ed obsoleto che non ha alcun rispetto della vita umana? Perché dare la possibilità a una squadra di essere portavoce in un contesto internazionale di un Regime che sotto gli occhi del mondo sta perpetrando tante atrocità? Eppure nello statuto della Fifa si parla di Diritti Umani e di condanna a ogni sorta di discriminazione. L’organismo che Lei presiede, ente sportivo seguito da milioni di tifosi, dovrebbe dare l’esempio ed escludere dai Mondiali la n azionale dell’Iran, in quanto rappresentante di uno stato cruentemente liberticida. Gli stessi giocatori stanno avallando le proteste che non sono più circoscritte al velo e alla negazione dei diritti femminili, ma sono quelle di un popolo intero esasperato. La vergogna di essere rappresentanti di quello stato si è palesata nel gesto eclatante dei giocatori della nazionale iraniana proprio durante l’inno, nascondendo i colori e l’appartenenza sotto le felpe. Gli stessi sono stati obbligati a non rilasciare dichiarazioni, tantomeno a commentare le proteste in alcun modo.
Nonostante le intimidazioni il giocatore Ali Karimi, considerato un mito vivente in Iran, ha preso le distanze dal Regime, postando sui social la sua vicinanza al popolo, e per questo è ricercato dalle autorità e le su e proprietà sono state confiscate.È evidente che dietro l’esclusione di una nazionale ci siano motivazioni economiche, ma forse quelle umane dovrebbero essere prevalenti. Questo, signor Presidente, è il momento di schierarsi in modo inequivocabile dalla parte di un popolo oppresso contro un regime dittatoriale. È notoria la sua sensibilità e la vicinanza alla causa femminile iraniana, tanto che grazie ai Suoi “ripetuti richiami” al Governo, oggi quelle donne possono partecipare alla gioia dello sport dal vivo. I mondiali in Qatar, palcoscenico di eccellenza per gli eventi sportivi 2022-2023, hanno l’opportunità, forse anche l’obbligo, di accendere i riflettori sulla drammatica situazione iraniana. Adesso sta alla Fifa scegliere da che parte stare: dalla parte della libertà o di chi da 44 anni continua a negarla.
di Tiziana Ciavardini (antropologa culturale e giornalista)