Corriere dello Sport: «Paulo ha scelto la Juve per vincere tutto». Triulzi: «Può vincere il pallone d’oro»”

“E’ stato un rinnovo lungo, articolato. Ma soprattutto voluto: da una parte e dall’altra. Paulo Dybala e la Juve come si sono cercati si sono rivoluti costruendo insieme un percorso futuro che dovrà coincidere con un solo obiettivo su cui il club bianconero e il suo asso si sono ritrovati ancora vicini: la vittoria, le vittorie. Dentro il percorso di questi lunghi mesi di lavoro ci conduce per mano Pierpaolo Triulzi, il manager di Paulo Dybala. In mezzo ai contratti, ai legali che ci hanno lavorato, ai viaggi italiani (torinesi), ci ha messo anche la nascita del secondogenito Stefano. Triulzi è un romano d’Argentina, ormai gli affari lo hanno portato a vivere prevalentemente lì, anche se nella Capitale ci sono le sue origini. La sua carriera di agente di calciatori comincia alla fine di gennaio del 2007, quando sbarca a Roma, all’aeroporto di Fiumicino, per portare Cavani al Palermo e poi al Napoli. Da Cavani (che ora non gestisce più) a Dybala, Triulzi è giovane, intorno ai quarant’anni, ma ha messo le mani su due tra i migliori calciatori circolati in Italia negli ultimi dieci anni. Con Paulo Dybala, poi, il rapporto è fraterno e la simbiosi non è solo professionale. Di lui, del giocatore destinato a diventare il più forte del mondo se quel che si vede potrà solo crescere, ci racconta il lavoro e il privato, non il gossip: il cuore di Dybala. Che batte per la Juve, per la famiglia e per chi soffre. Un rinnovo lungo quattro mesi, dal primo incontro alla sua ufficializzazione. «E’ stato un rinnovo lungo, complesso ma che alla fine ha realizzato le nostre aspettative. E di questo devo ringraziare anche la Juventus, in particolare l’amministratore delegato Marotta, con cui ho lavorato per arrivare alla firma. In realtà i mesi di lavoro sono stati dieci…». Quanto Paulo ha voluto la Juve e la Juve ha voluto Paulo? «Questo rinnovo per me è stato un segnale molto importante della Juventus ai suoi tifosi e alle altre squadre, perché ancora una volta ha dimostrato quanto stia costruendo una società di top player. Ma è stato anche un messaggio importante di Dybala ai tifosi. Paulo è felice, come lo è la sua famiglia, di questa scelta e lo dimostra partita dopo partita. Con la Juve è cresciuto e continua a farlo ogni giorno. (un sorriso). Beh, diciamo che dalle ultime partite si vede no?». C’è stato un momento di difficoltà o di incomprensione in questi quattro mesi? Un momento in cui ha pensato che non si sarebbe arrivati all’accordo? «Sono rinnovi molto complessi, con tantissime variabili. Se dicessi che è stato tutto facile direi una bugia. Ma posso sicuramente dire che è sempre esistita la volontà comune di arrivare all’accordo. E così è stato. Per Paulo è il riconoscimento di tanti sacrifici che fa da quando ha iniziato a dare i primi calci al pallone: fatemelo dire, è un ragazzo che merita tutti i risultati che sta avendo». Si è parlato di Barcellona e Real Madrid, per esempio. Ci svela se in questi mesi c’è stato qualcuno che ha provato a fare un importante passo avanti per strappare Paulo alla Juve? «Paulo è il miglior talento che esiste in questo momento in Europa, subito dietro ai grandissimi come Messi e Ronaldo. Ritengo una cosa abbastanza normale che l’interesse su di lui sia stato molto alto ed è ovvio che molte squadre si siano interessate a lui seriamente. So che i retroscena sono il pane di chi fa il vostro lavoro, ma io amo la riservatezza nel mio lavoro: però se scrivete che Paulo lo voleva mezza Europa scrivete il vero. Ma abbiamo scelto la Juve ed è contento di essere un giocatore della Juventus perché con la Juve vuole vincere tutto». Anche il Pallone d’Oro? «Senza presunzione: sì». Dybala alla Messi, Dybala come Messi. Ci racconta come vivete questo paragone: come lo vive Paulo e chi gestisce il suo futuro? E’ un ingombro, uno stimolo, una serena consapevolezza di poter arrivare lì… «Se posso permettermi è un paragone che per me non ha senso: nessuno metterà mai in discussione Messi, in questo momento lui è un giocatore irraggiungibile, come lo è stato Maradona, per intenderci. Paulo lo ha detto chiaramente: Messi, come Maradona, sono miti che appartengono alla storia del calcio e nessuno nasce dicendo “io sono il nuovo Messi”. Sono suggestioni mediatiche, ci stanno, le lasciamo a voi. Lui è e si sente semplicemente Paulo Dybala e lavora tutti i giorni per migliorarsi. Ha un rispetto enorme per Messi che è anche il pilastro dell’Argentina e io credo che possano aiutarsi a vicenda con la nazionale nel prossimo Mondiale di Russia». In fondo davanti a Messi allo Juventus Stadium, al Barcellona ha fatto una straordinaria doppietta. Come la ha festeggiata? «Come sempre, in famiglia. Che è la cosa che più gli piace. A noi è quasi venuto un infarto… invece. Eravamo in Argentina incollati al televisore e per due giorni dico solo che non ho avuto un filo di voce. (Un altro sorriso…) Altrimenti anche con voi ci saremmo parlati prima…». Dybala privato. Ha fatto molte iniziative per i bambini e con i bambini nell’ultimo anno: quanto è importante che un campione del suo livello diventi un modello in cui i più piccoli si possono identificare? «E’ fondamentale che si facciano cose per chi non ha avuto la tua stessa fortuna. Paulo è un campione anche in questo è davvero un ragazzo di cuore, pieno di cose belle, che pensa molto agli altri, a chi ha bisogno di aiuto a chi soffre… Ricordo che a Palermo andava di sera a distribuire cibo ai senzatetto e senza farsi pubblicità… Il gesto, il giorno di Pasqua, per me è stato straordinario: scegliere di passarla con i bambini malati del Regina Margherita è stata una cosa che mi ha commosso. Ma come le visite agli orfanotrofi a Malta e all’ospedale per bambini in Australia. Lui è fatto così e sta anche pensando di far nascere una sua Fondazione». Non c’è solo Dybala tra i suoi assistiti: tra le grandi promesse alla Juve c’è Mandragora, che ha avuto una esperienza sfortunata a causa di un infortunio. Quale sarà il futuro di Mandragora: andrà a giocare per cominciare a far vedere le sue potenzialità? «Rolando è stato sfortunato quest’anno, però tutto è alle spalle. E’ uno dei migliori giovani in Italia e con delle grandissime qualità umane. Sono contentissimo del suo esordio. Lui e la sua famiglia si meritano questa felicità». Ci spiega Iturbe, un altro dei suoi assistiti… Meglio: cosa è successo a Iturbe dalla Roma in poi. «Su Juan voglio dire che lo stimo molto, come giocatore e come persona. Che è stato sfortunato nella Roma e io credo nelle sue capacità. Per me Iturbe resta un fenomeno». Lei pur essendo romano vive ormai prevalentemente in Argentina. Verrà a vedere le semifinali di Champions? «Sì, sto arrivando in Europa per le semifinali con il Monaco. E’ vero, vivo in Argentina per lavoro e anche perché ho la famiglia qui, ma in Italia ho il mio staff di collaboratori eccellenti, come Giuseppe Piraino e Giuseppe Calabria, che mi aiutano molto sulla parte sportiva»”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.