L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Piquè che ha deciso di ritirarsi.
Piqué dice basta. E lo fa alla sua maniera, senza preavviso, attraverso un video commovente pubblicato attraverso i suoi seguitissimi social, che in poco più due minuti riassume tutto il senso di un’intera vita trascorsa nel Barça. Unica eccezione, una sorta di Erasmus triennale a Manchester, interrotto da un anno in prestito al Saragozza. E, in effetti, il materiale per mettere insieme il filmato non gli manca, con una miriade di immagini di repertorio, custodite gelosamente negli archivi familiari del quartiere bene della Bonanova, che lo ritraggono bambino, tra feste di compleanno e vacanze, sempre con indosso l’amata casacca blaugrana. «Culers, vi devo dire una cosa», la confidenziale apertura del messaggio, rigorosamente in catalano. «Da diverse settimane, molta gente parla di me. Adesso parlo io».
Segue un rapido riassunto della sua vita tutta segnata dai colori blaugrana. «Fin da piccolo non volevo essere un calciatore, ma un giocatore del Barça», il passaggio più emblematico. Una storia di grandi sogni realizzati – ben 30 titoli con la società della vita, tra cui 8 scudetti, 3 Champions e 3 Mondiali per Club, a cui ne vanno aggiunti altri 4, Coppa Campioni compresa, con lo United. «Sono entrato nel Barça 25 anni fa, me ne sono andato e sono tornato. Adesso che tutti i sogni di quel bambino si sono realizzati è arrivato il momento di chiudere il cerchio. Questo sabato giocherò la mia ultima partita al Camp Nou (con l’Almeria, ndr). Per il resto mi conoscete, prima o poi tornerò».
Un annuncio che ha colto di sorpresa l’intero ambiente blaugrana, anche perché nelle ultime settimane lo stesso Piqué, forte di un contratto in scadenza nel giugno del 2024, aveva ribadito la sua intenzione di andare avanti, nonostante il poco spazio che gli stava concedendo il compagno di mille battaglie Xavi e le feroci critiche che stava ricevendo. E viene da pensare che se avesse preso la grande decisione in estate, si sarebbe risparmiato qualche figuraccia, su tutte la fatale esitazione costata il gol di Barella in occasione del recente 3-3 tra Barça e Inter del Camp Nou. 35 anni suonati, mille acciacchi e, plausibilmente, più di una distrazione a causa della sua attività di imprenditore e dal movimentato epilogo della lunga relazione con l’ormai ex compagna Shakira, Piqué è apparso la copia sbiadita del carismatico difensore che ha guidato per anni la retroguardia del Barça, tanto da ritrovarsi dietro ai vari Koundé, Araujo, Christensen ed Eric Garcia nelle gerarchie della squadra. Appena 554 minuti da agosto. Ora il buon Gerard, che con la Spagna ha vinto un Mondiale e un Europeo, potrà dedicarsi liberamente all’organizzazione della Coppa Davis e della Supercoppa di Spagna, all’editoria, alla produzione di videogiochi e al mondo dei social. Si parla di un patrimonio personale stimato attorno agli 80 milioni di euro. L’esperienza da proprietario dell’Andorra, poi, gli darà modo di prepararsi al meglio per diventare, un giorno, il presidente del Barça. E sulla questione, da queste parti, hanno davvero pochi dubbi.