Corriere dello Sport: “Parte la Premier League. Conte, Mou e Pep: caccia al Leicester”

E’ il campionato delle grandi alla riscossa dopo annate deludenti, dai due Manchester al Chelsea. Ed è pure una Premier League dove capita che trovi più allenatori italiani (4) che inglesi. Ed è il torneo dove è traslocata l’eterna sfida ideologica tra gli acerrimi rivali, Pep Guardiola e Jose Mourinho, due modi diversi di intendere il calcio e il mondo. Ma forse, più di tutti, a pochi mesi dopo la storica impresa del Leicester di Claudio Ranieri e la sua cavalcata ai confini della realtà, è una competizione dove sognare è lecito per tutti, anche grazie a un contratto-Tv anni luce dal nostro, non solo per entità ma per equità: il club che prende più di tutti guadagna una volta e mezzo quello che ne prende di meno. E allora potenzialità economiche si livellano (mentre da noi c’è chi parla di SuperLega Europea…).

CAMPIONI. Ranieri ha perso N’Golo Kanté, l’instancabile motorino, ma ha convinto Vardy e (sembra) Mahrez a restare per tentare l’avventura Champions. Se Mendy saprà raccogliere anche in parte l’eredità di Kanté e se Musa saprà rivelarsi un’arma in più si potrà sognare di nuovo. Mourinho cerca la riscossa personale a Old Trafford, così come il club dopo tre anni di delusioni post-Ferguson. Quattro rinforzi per vincere subito: Ibrahimovic in attacco, Mkhitaryan sulla tre quarti, Pogba a centrocampo e Bailly in difesa. In gioco c’è anche la reputazione dello Special One. Sull’altra sponda di Manchester, Guardiola fa le cose a modo suo. Più che rivoluzioni a livello di giocatori, si lavora a livello di filosofia. È arrivato Gündogan in cabina di regia, ma Silva e De Bruyne giocheranno un ruolo importante nel tiki-taka. L’ingrediente mancante, forse, era il centrale-costruttore, si è scommesso molto su Stones dell’Everton. È da quattro anni che lo sceicco Mansour sognava il Pep. Adesso che ce l’ha aspetta i risultati buoni. Li aspettano anche i tifosi del Liverpool, che attendono da 25 anni di rivincere il campionato. Klopp, arrivato a ottobre, ha terminato la prima stagione all’ottavo posto, nobilitato però da due finali (Coppa di Lega e Europa League) perse. Quanto basta per una grande iniezione di fiducia: un rinnovo in estate fino al 2022 e acquisti importanti (su tutti Mané) sul mercato. Suona la carica anche il Tottenham dell’ambizioso e corteggiatissimo Pochettino (per lui un quinquennale in estate). L’anno scorso furono secondi e forse i giovani Spurs pagarono dazio per la mancanza di esperienza. Adesso hanno un anno in più e alternative importanti a centrocampo (Wanyama) e in attacco (Janssen).

CONTE. Il Chelsea, reduce dal peggior piazzamento in vent’anni (10°) punta sulla vena e l’intensità di Antonio Conte. Sono arrivati Kanté e il giovane Bathshuayi, probabili anche altri rinforzi. Ma il vero lavoro lo dovrà fare Conte, rilanciando le stelle appannate (Hazard, Courtois e Fabregas su tutti) e facendo valere la sua sagacia tattica. Cambia poco per il secondo anno di fila l’Arsenal – è arrivato Xhaka per la mediana – ma a Wenger sta bene così. Non è uomo da rivoluzioni e i Gunners sono sempre competitivi.

OUTSIDER. Il West Ham di Bilic si trasferisce all’ex Stadio Olimpico e lo fa rafforzato dai vari Ayew e Feghouli. L’Everton adesso ha un proprietario miliardario (Moshiri) e un tecnico (Koeman) che ha fatto grandi cose a Southampton. E a proposito di Southampton – che ogni anno vende e si rinnova senza perdere colpi – sperano di avere trovato il jolly con il francese Puel nonostante le molte partenze (Mané, Wanyama, Pellè). Ambizioso è il Crystal Palace, che ha speso molto per l’esterno Townsend e lo stopper Tomkins: i proprietari si aspettano il salto di qualità. Lo Stoke di Hughes – tre stagioni consecutive al nono posto – è l’emblema della stabilità. Guidolin ha fatto un mezzo miracolo allo Swansea, dovrà ripetersi senza Ayew e Paloschi sostituiti dall’ex juventino Llorente e il brillante Borja Baston. Mazzarri, al primo impatto con l’Inghilterra, guiderà il Watford della famiglia Pozzo puntando sui giovani (Peñaranda e Success). Le altre, sulla carta, lottano per non retrocedere. Dal Sunderland di Moyes (pure lui alla ricerca della riscossa) al minuscolo Bournemouth del genietto Howe al West Brom del rudimentale Pulis. Più ovviamente le tre neopromosse: Middlesbrough, Burnley e Hull“. Questo quanto riporta l’edizione odierna del “Corriere dello Sport”.