Corriere dello Sport: “Parma in A: ma da -5. Due anni per Calaiò. Il club farà ricorso: «Sentenza illogica»”

“La tanto attesa sentenza del Tribunale Federale è arrivata ieri e ha lasciato l’amaro in bocca al Parma e ai suoi tifosi. Calaiò è stato squalificato per due anni con 20mila euro di ammenda, il Parma partirà a -5 in Serie A. Il club ha ovviamente preannunciato ricorso alla Corte d’Appello, e lo stesso farà Calaiò. Il legale del club crociato, Edoardo Chiacchio, ha commentato: «La Serie A ora è un dato di fatto ma la penalizzazione di 5 punti è abnorme. Stiamo già lavorando per il ricorso puntando all’assoluzione totale o alla derubricazione». Il Parma, insomma, spera ancora nel proscioglimento ma, in modo più realistico, confida di far scendere i punti a 1 o massimo 2, tenendo anche conto di casi analoghi degli ultimi anni. La società si è espressa duramente dopo il verdetto: «Il Parma Calcio 1913 prende atto con enorme amarezza della sentenza emessa in data odierna dal Tribunale Federale Nazionale. Riteniamo abnorme la condanna del nostro tesserato Emanuele Calaiò rispetto ai fatti all’origine del deferimento e iniqua, illogica ed in contrasto con la recente giurisprudenza sportiva, la pesantissima penalizzazione per responsabilità oggettiva inflitta alla nostra società. Confidiamo che la totale estraneità del Parma Calcio 1913 ad ogni comportamento meno che lecito venga riconosciuta già dalla Corte Federale di Appello, a cui ricorreremo in tempi brevissimi, nell’auspicio di trovare giustizia».
DETTAGLI. Nelle pieghe del verdetto emergono dettagli curiosi come le parole di Claudio Terzi, centrale difensivo dello Spezia tirato in ballo nel messaggio a De Col, che nega di essere amico di Calaiò, «derubricando» il rapporto a «semplice conoscenza». O Ceravolo, che ha perso il cellulare, che il procuratore voleva esaminare, proprio il giorno prima dell’interrogatorio, esibendo regolare denuncia (i messaggi, giudicati innocenti, sono poi sbucati dal telefono dello spezzino Masi). Intanto in serata l’avvocato Giacomo Malmesi, membro del cda del Parma, ha puntualizzato: «Noi rispettiamo la sentenza e chi l’ha pronunciata, ma ovviamente non la condividiamo assolutamente. C’è grande sproporzione anche rispetto al fatto che la totale estraneità del club è riconosciuta nero su bianco nel dispositivo. E quindi non era necessario usare una mano così pesante per sanzionare la responsabilità oggettiva. Ai nostri tifosi assicuriamo che faremo di tutto per cambiare le cose e che, comunque, vada a finire questa vicenda abbiamo confermato nel recente passato di saper affrontare momenti difficili: tutti uniti ne verremo a capo anche stavolta».
REAZIONE. Sul fronte istituzionale il vicesindaco e assessore allo sport Marco Bosi ha diramato una nota in cui parla di «sentenza difficile da accettare. Chi si occupa di sport non può non riconoscere che la promozione del Parma sia stata pienamente meritata sul campo. Un’impresa sportiva senza precedenti che non verrà di certo sminuita da questo episodio. Ora, ci sarà tempo per il ricorso, ma anche se fossero confermati i 5 punti il Parma e i suoi tifosi hanno dato dimostrazione di sapersi superare proprio nei momenti di difficoltà». Se non altro la sentenza di ieri certifica che il Parma sarà in A (pare che la Procura non intenda fare ricorso) e questo darà impulso al mercato, anche grazie allo sblocco della prima tranche dei diritti tv”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio