Corriere dello Sport: “Parma al bivio: battere la Rosa e spiccare il volo”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara che il Parma giocherà sabato contro il Palermo e le parole rilasciate ieri da Ansaldi.
Di crocevia in questa stagione il Parma ne ha già attraversati diversi: in alcuni casi imboccando la strada gusta, in troppi altri invece sbagliando atteggiamento e direzione. Parma-Palermo di sabato al Tardini è una gara ancora più importante: se i crociati non svoltano qui finiscono fuori strada. La classifica dice che la nona ospita l’ottava in classifica: e se i playoff per il Palermo neo promosso sono diventati un obiettivo strada facendo, lo stesso traguardo per il Parma è invece un ripiego rispetto alle malcelate ambizioni estive.
Pecchia in queste ore sta recuperando gli otto giocatori assenti da dieci giorni con gli impegni nelle varie nazionali, spesso giovanili (nessuno però in azzurro). Addirittura Bonny, Man e Charpentier sono anche andati a segno, destando qualche commento ironico tra i tifosi gialloblù abituati a prestazioni per lo più insignificanti in campionato. Dopo la vittoria, importante e meritata con il Genoa, Gigi Buffon aveva tuonato in sala stampa per cercare di dare la sveglia ai suoi compagni, indicando quale fosse a suo avviso l’atteggiamento da tenere per trovare continuità. Il concetto però è rimasto una chimera: basti pensare che il Parma ha fatto sei punti contro Frosinone e Reggina, quattro con il Genoa, dominato la gara pareggiata a Cagliari, mentre è riuscito a perdere in casa con Ternana, Modena, Benevento, Spal, Pisa, Ascoli.
Ieri allora ha fatto un tentativo anche un altro veterano del gruppo, Cristian Ansaldi: in una conferenza stampa a Collecchio ha ribadito che «Bisogna creare una mentalità vincente. Noi sappiamo l’importanza di questa partita, sappiamo cosa dobbiamo dare: questa per noi sarà la prima di otto finali dobbiamo affrontarla come tale. Non serve il pareggio. O si vince o si perde. Il Palermo? Sappiamo che stanno giocando bene, stanno dimostrando di essere una squadra di uomini. E dobbiamo dimostrare anche noi che lo siamo – poi aggiunge -. Dobbiamo essere una famiglia e non parlo solo della squadra ma parlo dell’essere uniti, i tifosi come noi giocatori, è lì dove si comincia a creare una famiglia vera. Noi sempre possiamo sentire il calore, la passione e l’amore che ci danno, anche quando prendiamo gli insulti e schiaffi di cui ogni tanto abbiamo bisogno. Questo porta alla unità, questo porta a crescere. Ricevere amore e passione in partita e vedere la gente che ci segue su tutti i campi, deve darci una voglia bellissima, sempre». Il difensore argentino parla da leader: «Noi più esperti, insieme al mister, trattiamo con quelli più giovani. Tutti sappiamo la qualità che c’è in questa squadra e i dettagli che dobbiamo curare, standoci sopra per correggerli. E lavorare sulla fame, sulla voglia. Così può crescere questa squadra»