““Mudo” sino alla fine. Nessuna frase di circostanza, nessun messaggio. Solo un pranzo di addio con la squadra, baci e abbracci. Mudo ma stavolta non per colpa sua. Lì al ritiro, infatti, avevano avuto una sola, precisa disposizione: «Vazquez può lasciare l’albergo e i compagni». Il lasciapassare per la nuova destinazione, e mistero risolto, proprio quando il pentolone dei rapporti fra Foschi, che aveva chiuso l’affare, e Zamparini, che lo bloccava colpito da sirene inglesi, stava per scoppiare. Ormai però è fatta. Vazquez non è più rosanero. Il fantasista riparte dalla Spagna che lo aveva illuso e abbandonato dopo una stagione al Rajo Vallecano, quando il Palermo pensava di avere preso il bidone più grande della sua storia. Un’odissea che conoscete: al suo ritorno, Gattuso lo mette fuori rosa e dopo Iachini lo ferma mentre sta per salire sull’aereo che lo avrebbe riportato in Argentina. L’inizio di una nuova vita per il fuoriclasse: 105 presenze e 22 gol in tre campionati e mezza, quasi come Cavani più di Dybala, ottavo nella classifica degli stranieri, ma lui si sente italianissimo, di tutti i tempi, l’esordio in nazionale. Una carta di credito ricca di titoli. Ora che Zamparini si è arreso, Vazquez passa al Siviglia per quindici milioni, non un euro in più, cifra notevole, ben lontana dai trenta richiesti all’inizio.
LO ASPETTA LA CHAMPIONS. Oggi arriverà in Spagna. Dall’Austria si è trasferito a Milano, incontrandosi con Foschi, con i suoi procuratori e con gli emissari del Siviglia per firmare il contratto, tre sigle in tutto, e in tempo per prendere il primo volo possibile. Una fuga dal passato. Voleva la Champions e l’ha ottenuta dopo gli anni tormentati e favolosi vissuti a Palermo, soprattutto in tandem con Dybala. El Mudo avrebbe voluto la Juve per ritrovare il suo amico Dybala e gli Europei per una vetrina di prestigio. Bocciato sui due fronti ecco il Siviglia, la prospettiva di una personalissima rivincita in terra spagnola e di un inserimento nel calcio internazionale. A Palermo ha comunque lasciato il segno. Nella scorsa stagione, Zamparini (oggi in ritiro) ha chiesto il miracolo di una impresa disperata, la salvezza, affidandosi proprio all’uomo dell’impossibile, straordinario in campo con i suoi tunnel e colpi di tacco; all’idolo dei tifosi del Belgrano che un giorno spedì in B il River Plate. Soddisfazione che resterà nella leggenda. Promesso al Milan, cercato da mezza Europa e dalla Cina (ipotesi rifiutata), Franco doveva solo scegliere. Invece è rimasto prigioniero del suo stesso sogno e dei problemi del Palermo con Mascardi per l’affare Dybala. Ora, dopo più di quattro anni le strade si sono divise. Com’era stato concordato, come Vazquez voleva: «Grazie Palermo, ma è il momento di cambiare aria e di cercare traguardi più prestigiosi». Da tempo, con la testa era già al Siviglia. Mancavano i piedi. La cosa più importante. Ora che Zamparini lo ha liberato dalle catene del contratto, El Mudo è felice. E forse tornerà a parlare“. Questo quanto riporta l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.