“Bruno Tedino, da Novara a Novara. Dall’esonero subito diciannove anni fa, il 14 marzo, al sogno A. Dalla prima sconfitta, nel girone d’andata, alla prova del nove di domani. «Di sicuro sono più vecchio. Fuggivo da una fabbrica di essiccazione del tabacco, non ero nato per diventare il ragionier Tedino. Dopo il San Donà e un girone di ritorno stratosferico, volevo spiccare il volo. Fu un errore accettare quel Novara che sembrava un tendone da circo con una trentina di giocatori da amministrare. Mi fi dai del presidente che invece ci lasciò. Fatale il crollo. Ma il mio rapporto con l’ambiente è tutt’ora straordinario. L’esperienza servì a formarmi gli anticorpi». Contro Di Carlo, simbolo della rinascita rosanero, per dimostrare che la crisi, se era di risultati, è passata. «Abbiamo la stessa età, lo stesso carattere, l’ho incontrato diverse volte con la Primavera e con la Pistoiese. Allenatore bravo che sa trasferire ai suoi la stessa intensità di quando giocava. Ed è un Novara più forte del periodo di Corini. Problemi? In campo, la palla diventa magica, sembra di gomma, rimbalza dappertutto e loro sono più abituati; dal punto di vista tecnico-tattico, all’andata mancava Sansone, ora c’è anche Puscas, avversari che potrebbero metterci in diffi coltà. Il Palermo? Quella sconfi tta fu fi glia di una squadra ancora in defi nizione. Infortuni a parte, questa ha un’identità più marcata».
Zamparini parla di campionato falsato dalle convocazione dei nazionali. «Io mi rattristo. Non tanto per il regolamento che non spetta a me correggere o perché mi mancano giocatori. Nessuno dice che è una situazione grottesca. Fermano manifestazioni giovanili per gli impegni delle nazionali … Qualcosa stona». Emergenza difesa. Mancheranno Bellusci, Rajkovic e Aleesami. «Anche a giocare in otto, non cambierei strategia. Abituato alle diffi coltà, non mi abbatto. Però gli equilibri ne risentono soprattutto se hai trovato la miscela giusta. Squadre che sviluppano un calcio come il Napoli, forse il migliore al mondo, non cambiano spesso cinque o sei elementi». Palermo in crescendo: Ascoli, Frosinone … E ora Novara. Terza vittoria di fi la? «Mi permetta un sorriso. Si pensa che Palermo sia la Juve della B. Non è così. Gli avversari si nascondono, perché fa comodo. Io no. Stiamo cercando in maniera ambiziosa, e non presuntuosa, di vincere il campionato. Ma non siamo marziani, come le altre squadre non sono formate da bambini d’asilo. Ci tocca lavorare duramente per farcela. Mi arrabbio piuttosto se non ce la giochiamo come se avessimo di fronte il Real Madrid o il Barcellona. Ottenuti buoni risultati, si tende a diventare faciloni. Non esiste. Siamo anche noi equilibristi. Leggo che La Gumina è diventato determinante. Certo, bravi tutti a cose fatte. Sono stato il primo a crederci. Nino è un attaccante in evoluzione, di grandissime prospettive, ma arrivava da una stagione con un solo gol all’attivo. I numeri sono importanti. Ma altri la pensano diversamente. Così, conviene dare al Palermo le responsabilità e zitti zitti avere in casa un paio di attaccanti da 30 gol…»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.