“Palermo, non farti riprendere. Uno dei difetti più evidenti e che sta costando carissimo ai rosanero è l’incapacità di mantenere un vantaggio. Quest’anno è successo la bellezza di 9 volte, l’ultima appunto domenica con la Sampdoria. La squadra in qualche modo trova la maniera per andare in gol, ma non riesce a difenderlo. Ce l’ha fatta soltanto col Crotone, resistendo per un tempo e mezzo in quella situazione, mentre le altre vittorie stagionali, a Bergamo e a Genova, sono maturate proprio nei minuti finali, quando è minimo il tempo a disposizione dell’avversario per rimontare. 22 PUNTI SCIUPATI La statistica letta spietatamente direbbe che sono 22 i punti così dilapidati dal Palermo. Che, è bene ricordarlo, in classifica al momento ne conta soltanto 15! I dati conteggiano infatti come 3 punti persi anche quelle situazioni di vantaggio che si sono tramutate addirittura in sconfitte. Un’altra cattiva abitudine stagionale, dato che ben 4 volte i rosa, andati velocemente sull’1-0 a favore, hanno finito per essere travolti e non raccogliere niente (Torino e Udinese in casa, Bologna e Sassuolo fuori). Ma i punti che scottano di più sono in realtà quelli che sembravano pienamente alla portata della squadra per come si era messa la partita. Passi per le rimonte subite a San Siro con l’Inter e a Napoli, maturate attorno a metà ripresa ma fisiologiche data la forza dell’avversario e la pressione che stava mettendo sul Palermo in vantaggio (pareggi di Icardi e Mertens). Ma bruciano pesantemente le occasioni non concretizzate quando mancavano pochi secondi al fischio finale. In particolare, i due pareggi con la Sampdoria, andata e ritorno, e quello natalizio col Pescara. Anche solo volendo fermarci a queste tre gare, sarebbero 6 punti in più. Aggiungeteli alla classifica attuale e capirete come gli scenari potevano essere del tutto diversi. SINDROME DA ULTIMI MINUTI. Bruno Fernandes col suo tiro da fuori area a recupero praticamente scaduto; Quagliarella domenica scorsa per una palla persa scioccamente dopo una partita che pareva archiviata; e oltre all’incubo Sampdoria, col Pescara il rigore di Biraghi, causato al 92′ con un Palermo spompato e sulle gambe, probabilmente tradito dalla tensione di portare a casa il risultato in un confronto diretto. Ecco i tre grandi rimpianti rosanero, i tre recuperi complicati da mandare giù. Che però individuano con precisione un limite su cui Lopez sta cercando di intervenire. Non è tanto il fatto di subire una rimonta, che ci può anche stare, quanto quello di non saper chiudere la partita evitando ansie nel finale. E invece il Palermo sconta la sua incredibile fatica a far gol. A parte la notte magica di Marassi (il 4-3 al Genoa), nelle altre 27 partite stagionali, Coppa Italia compresa, i rosa non sono mai riusciti a segnare più di una rete alla volta. Così facendo, e considerando anche le difficoltà difensive evidenziate dalle 50 segnature al passivo, basta poco al contendente di turno per impedire il successo al Palermo. La fragilità di reparto probabilmente coincide con quella psicologica, dato che con qualsiasi gestione tecnica, la squadra prende gol molto spesso nei minuti conclusivi. Segnale di una certa paura ed insicurezza. Sono 9 i gol presi nel quarto d’ora finale. Alcuni ininfluenti (El Shharawy a Roma, Fofana con l’Udinese, Politano a Sassuolo, Cristante con l’Atalanta, Dybala con la Juve), altri invece pesantissimi e che aumentano la casistica dei punti smarriti. All’elenco già descritto, aggiungete le reti di Lapadula col Milan e soprattutto di Babacar a Firenze, che non solo hanno portato alla sconfitta ma hanno anche tolto qualcosa sul piano della convinzione dato che avrebbero fruttato pareggi di prestigio. L’obiettivo dunque è crescere, metterci più personalità, evitare svarioni. Ma anche fare di più e meglio in attacco. Perché se magari segni 2 gol, puoi permetterti anche di prenderne uno senza troppe recriminazioni”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.