L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Leo Stulac intervenuto ieri in conferenza stampa.
Il debutto dal primo minuto in rosanero avverrà sabato a Reggio Calabria contro la squadra allenata da chi considera una specie di papà calcistico, Pippo Inzaghi. Con l’ex Milan allenatore a Venezia, cominciò la favola italiana di Leo Stulac. In 3 anni per lui un salto ad ogni stagione, dalla Lega Pro, subito vinta, alla B, poi la A col Parma. «Sarà una partita difficile – commenta il nuovo acquisto del Palermo – so come giocano le squadre di Inzaghi e la Reggina viene da buoni risultati. Ma anche noi siamo consapevoli di essere forti».
La storia slovena. Stulac è stato, assieme a Saric, uno dei colpi della nuova gestione rosanero. Giocatori importanti, con una storia definita, e che nello stesso tempo indicano una prospettiva. Come dire, si comincia a costruire per vincere, se non ora, presto. Anche se, quando si va formando una creatura calcistica, bisogna avere la pazienza di aspettare. «E’ vero, ci sono tanti giocatori nuovi – conferma Leo – ci vorrà del tempo, quanto non so dire, ma sicuramente col lavoro quotidiano ci conosceremo in fretta. E poi, questo stadio e il tifo caloroso renderanno tutto più facile».
Intanto, con Stulac al Barbera ritorna la scuola slovena lanciata nell’era Zamparini: e come Ilicic, antesignano in rosanero, anche Leo deve l’arrivo in Italia a Giorgio Perinetti, oggi ds a Brescia ma sempre legato a Palermo. Stesso procuratore di Josip, Ruznic, un costo iniziale contenuto (per Stulac 60.000 euro dal Koper, che poi il Venezia ha moltiplicato), l’approdo in A perché i mezzi sono quelli. Ed in A Stulac intende tornare presto: «Sono venuto perché convinto che Palermo possa aiutarmi a affermarmi definitivamente. Cosa non ha funzionato con Parma ed Empoli? La categoria è molto difficile, forse un po’ è stata colpa mia, un po’ ho avuto sfortuna. Ad Empoli avevo visioni diverse rispetto al club, così appena saputo del Palermo ho detto subito sì. Mi è piaciuto il progetto, la città, il City Group alle spalle, la consapevolezza di obiettivi importanti. Degli altri sloveni ex Palermo ho sentito Andelkovic e Struna che mi hanno parlato benissimo dell’ambiente. I loro consigli mi hanno fatto decidere definitivamente». Sopratutto, con Struna l’amicizia è fortissima. Qualche anno fa Aljaz gli regalò una maglia personalizzata del Palermo, una specie di predizione del futuro.
Play basso . Esordio poco fortunato perché la squadra ha perso interrompendo una lunghissima imbattibilità casalinga, ma le prime sensazioni per Stulac restano forti: «All’ingresso ai Barbera (al 10′ st, ndc), ho avuto la pelle d’oca: dico subito grazie per come la gente mi ha accolto, al nostro fianco per tutto il campionato ci daranno una spinta in più. Ora ho solo tanta voglia di giocare e dare a Palermo quello che si aspetta. Il mio ruolo preferito? Ho giocato sempre mediano basso, con due mezzali a lato, ma se l’allenatore vuole giocare con 2 centrocampisti non c’è problema. Mi piace avere molto la palla e farla girare, Corini vede il calcio come lo vedo io, approfondiremo la conoscenza ma so che è stato un regista di grandissime qualità. Il fatto è che la Serie B è molto difficile, a volte non si gioca tanto ma si combatte per arrivare a un risultato».
Ritroverà un compagno con cui ha già ottenuto una promozione, Samuele Damiani. In A con l’Empoli due anni fa: «Damiani merita tanto, è un ragazzo per bene e un giocatore forte, insieme ci siamo tolti tante soddisfazioni». Lo vogliono rifare a Palermo anche se apparentemente occupano lo stesso ruolo.