L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo che andrà a Como senza ali e soprattutto senza Valente.
Palermo senza ali e Corini dovrà quasi certamente inventarsi nuove soluzioni. Finito da tempo il campionato di Elia e Di Mariano, gli esterni su cui inizialmente i rosa avevano puntato forte, ko da un paio di settimane Aurelio che da dietro spingeva sulla corsia sinistra, ieri si è fermato anche Nicola Valente, al momento l’unico laterale offensivo a disposizione della squadra. Valente ha subìto un trauma al ginocchio, ci sono ancora due allenamenti prima della partenza per Como (che avverrà domani subito dopo una seduta al Barbera) e lo staff è cautamente ottimista sulla possibilità di recuperarlo per la trasferta sul lago. Ma certamente il numero 30 non sarà al meglio e difficilmente reggerà i novanta minuti che si annunciano intensi e decisamente combattuti.
Già Corini stava riflettendo su alcune possibili novità per queste partite finali che devono comunque dare una risposta sulla reattività del gruppo e sulla personalità necessaria per disputare una stagione di vertice a Palermo, quella che tutti si attendono per il prossimo anno. Una ipotesi prevedeva l’avanzamento di Verre (che già alla Samp si muoveva da trequartista) con l’esclusione di una punta e l’inserimento di un centrocampista in più per dare maggiore solidità ad un reparto un po’ in affanno. Una sorta di 3-5-1-1 che sembra però accantonato sia per il forfait di Saric che adesso per l’incertezza su Valente. Per l’ex Carrarese manca un alter ego con caratteristiche non si dice identiche ma almeno vicine. Valutata e poi scartata l’idea di poter utilizzare in quel ruolo Masciangelo, che, per quanto ambidestro, era stato acquistato per l’altra fascia e oggi, con Aurelio ai box, torna ad essere il ricambio di Sala a sinistra; Segre, usato in quel ruolo col Cosenza, non ha incantato. Non avere esterni veloci che saltino l’uomo potrebbe portare ad un cambiamento anche più radicale, pur se cambiare modulo per un gruppo che da ben nove mesi lavora in una certa maniera non è facile.
Corini vuole riflettere bene sino all’ultimo. Difficile pensare ad un 4-3-1-2 (modulo che il tecnico bresciano in carriera ha applicato spesso), anche per le peculiarità dei terzini difensivi, non esattamente a loro agio negli sganciamenti e nei cross. E poi c’è da valutare proprio la condizione attuale dei difensori, in sofferenza in particolare in trasferta (sono ben otto i gol subiti fra Cittadella, Parma e Venezia). Si propongono il danesino Graves che dopo un buon esordio è stato frenato, purtroppo, da un infortunio, e Bettella, che è in prestito con diritto di riscatto (il cartellino è stato rilevato dal Monza) e deve meritarsi un rinnovo in questo ultimo scorcio di campionato che potrebbe rivelare sorprese. In ogni caso, ogni soluzione sa di ripiego ma è proprio in questi frangenti che deve emergere lo spirito collettivo che può fare la differenza.