L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla riscossa del Palermo avvenuta in poco più di due mesi.
Riscossa in 70 giorni: il 1 dicembre, dopo la sconfitta interna col Catanzaro (la 4ª in 6 gare), la crisi del Palermo sembrava irreversibile, la posizione di Corini più che in bilico, soprattutto per la sfiducia dell’ambiente attorno a lui, i problemi tattici irrisolti, i singoli di valore involuti. Da allora, col lavoro sul gruppo e l’innesto di un paio di pedine adeguate, il trend è cambiato, tornando oggi a essere quello consono a una big da primi posti: 18 punti in 9 giornate, 2 a gara, la media che serve per tornare in alto, la trasformazione in squadra che libera un clamoroso potenziale offensivo (sempre in gol nelle ultime 11 partite a eccezione di Cittadella), tale da rimediare alle lacune della retroguardia che continuano a puntellare la stagione rosanero.
Non mollare mai. E’ evidente che fra le loro doti, questa squadra e il suo allenatore abbiano quella di non mollare mai, di saper anche correggere errori o trovare accorgimenti vincenti. In fondo, la stessa genesi della vittoria di Piacenza, che spezza l’astinenza da trasferta che durava da 4 mesi, racconta questa parabola: un primo tempo faticoso, prestando piuttosto il fianco alle ripartenze avversarie, salvati dalle parate di Pigliacelli; poi la crescita graduale della ripresa, suggellata da due gran gol. La dose di cinismo e praticità che caratterizza le squadre di rango, anche se resta il neo del gol subito con troppa superficialità nei minuti di recupero (il 6º nell’over time) che ha reso elettrici gli attimi finali di un match che sembrava chiuso.