“Storia del gladiatore fragile. Slobodan Rajkovic 30 anni da compiere a febbraio, un avvio di carriera promettete tanto da essere scelto dal Chelsea a soli 18 anni, la gavetta in Europa, poi una sequela di infortuni che sembravano avergli compromessi il futuro e la carriera. Palermo e l’approdo in serie A erano la speranza di rilanciarsi, ulteriormente bruciata da due ko gravissimi che avevano quasi dimenticato ai tifosi di averlo in squadra. C’è volta la tempra di chi non vuole arrendersi e l’infinita pazienza dei medici e fisioterapisti che ne hanno seguito la guarigione.
IL CALVARIO. Forse sarebbe stato meglio parlare di ricostruzione dati i malanni patiti negli anni dal difensore serbo: arrivato in Sicilia già acciaccato per via di infortuni precedenti, ha continuato a essere colpito dalla cattiva sorte a volte anche in modo bizzarro, come quando si fratturò il naso in uno scontro con Posavec. A novembre 2016 un nuovo trauma che a leggere la diagnosi vengono i brividi: lesione scheletrica del piatto tibiale postero-laterale del ginocchio destro in aggravamento di condropatia femoro-rotulea. Interventi e rieducazione, intanto il Palermo retrocede e continua a credere in lui. Rajkovic quasi 500 giorni dopo, lo scorso febbraio, ritorna in campo, ma non è finita. 2 partite e dopo uno stacco areo cade male e ricade male riportando una frattura composta dell’emipiatto tibiale del ginocchio destro. Dopo 3 settimana però il difensore si rimette e chiude la stagione da titolare.
LA MAGLIA DA MERITARE. Oggi, prima per Tedino ancora di più per Stellone, Rajkovic è diventato un perno della difesa del Palermo. E dire che adesso, con un posto di centrale in meno passando alla difesa a quattro, la concorrenza è forte perché là possono giocare calciatori come Bellusci, Struna, Szymisnki e Pirrello. Senza dimenticare l’altro grande infortunato Ingegneri”.
Questo un estratto di quanto scrive l’edizione odierna de il “Corriere dello Sport” sul difensore rosanero Slobodan Rajkovic.