L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla cura Corini per il Palermo.
Eugenio è sufficientemente esperto per capire che è stata una bella boccata d’ossigeno ma non basta per risolvere tutti i dubbi emersi fin qui. Però qualche certezza comincia ad intravedersi ed è anche dovuta alle scelte dell’allenatore: in questo momento, funziona meglio il centrocampo solido e di “gamba” con Gomes in mezzo preferito ancora a Stulac. Gli esterni d’attacco, su cui alla fine si fonda il 4-3-3, cominciano a ingranare e a diventare determinanti. I gol sono venuti da combinazioni fra di loro e Di Mariano ha giocato la sua miglior gara. Corini fra l’altro ha portato un aggiustamento che gli ha fatto definire “flessibile” il modulo che non ha mai rinnegato: da un lato Valente (come prima Elia) difende di più, dall’altro Di Mariano cerca di stare più vicino a Brunori.
«Siamo più bravi nelle ripartenze? – spiega l’allenatore – sono tante le fasi di gioco, bisogna sapersi adeguare a tutte. La squadra ha posizionamenti che le consentono di ripartire in velocità però se l’avversario si chiude devi trovare gli spazi e stiamo crescendo. Il rilancio di Crivello? Non dimentico nessuno, ma è fondamentale la disponibilità dei giocatori. Crivello per un mese non è stato fra i convocati ma si è impegnato sempre tanto, con Sala infortunato e il debutto di Devetak, ora su quella fascia Roberto si è fatto trovare pronto, ed è un segnale per tutti. Stiamo cambiando l’inerzia negativa. Ora continuità».