Corriere dello Sport: “«Palermo, ora servono i fatti». Sfida speciale per Lopez: «Il mio passato al Cagliari? Non conta, dobbiamo batterlo!»”

“«Il Cagliari? Non ho tempo per pensare a chi affronto, non conteranno i sentimenti. Il Palermo deve vincere e basta». Una sola frase per mettere in un cassetto 20 anni di vita e non solo di calcio, quelli che hanno legato e legano tuttora Diego Lopez alla Sardegna. 344 presenze da giocatore, altre 4 stagioni come allenatore compreso il debutto in A, i figli che giocano nelle giovanili rossoblù. Per Diego è la prima volta contro una squadra che per lui è stato tutto e per questo probabilmente congela l’emozione con una sola risposta e poi sceglie di non tornare più sull’argomento. UOMINI E NON GIOCATORI. Per lui e Nicola Salerno, il ds che l’ha portato in rosanero dopo averlo conosciuto proprio a Cagliari, sarebbe infatti un derby degli affetti. Ma la situazione del Palermo è tale che non ci può essere spazio per nostalgie o altre considerazioni. A Lopez scappa al massimo un “purtroppo” che fa capire quanto si senta ancora legato a quella terra («per me purtroppo è così, mi stacco da Cagliari e da tutto, magari ci penserò dopo; ma oggi voglio vincere col Palermo»). Non ci sono alternative, i rosanero devono darsi una scossa, vengono da 3 sconfitte consecutive con 10 gol subiti e devono riconquistarsi l’affetto di un pubblico che quest’anno li ha visti vincere una sola volta (col Crotone, quasi 2 mesi fa) nello stadio di casa. Lopez usa toni ultimativi nei confronti dei suoi ragazzi: «Questa sarà una partita dove servono uomini veri ancora più che calciatori. A guardare bene il calendario, non è un’ultima chance, ci sono altre otto partite dove tutto può succedere. Ma tutta questa attesa e il confronto con l’Empoli forse ci sta tradendo un po’ e ci toglie serenità. Ora dobbiamo agire, fare risultato, vincere. Inutile continuare con le chiacchiere, dimostriamo quanto sappiamo fare sul campo». NIENTE FACCE TRISTI. Parla liberamente, non alza i toni della voce ma affronta nodi specifici ed anche situazioni individuali. «Puntare su un modulo unico e su un gruppo preciso? Sono d’accordo che sarebbe meglio avere una linea definita su cui lavorare ma alla fine quello che detta le regola è il risultato. E se tu non lo ottieni, provi e riprovi per trovare la soluzione migliore. Però il Palermo tempo non ne ha più e deve passare ai fatti. Ecco perché parlo di carattere e di uomini veri. Chi ha la testa bassa e o la faccia triste sta fuori. In questi mesi l’ho fatto con Trajkovski prima e Goldaniga dopo. Ragazzi che hanno grandi mezzi ma possono fare molto di più. E se non mi seguono, vanno in tribuna. Entrambi hanno capito, tanto che Goldaniga è tornato titolare. E’ capitato troppe volte di partire bene e calare nel secondo tempo, non fisicamente ma mentalmente. Alla prima difficoltà la squadra va giù, per questo abbiamo cercato di lavorare sulla testa dei giocatori anche se in settimana ne ho avuti pochi a causa delle nazionali. Non dobbiamo pensare ad altro che a poter vincere. Fortunatamente recupero Rispoli che è un elemento determinante per noi. Gonzalez? E’ appena tornato dalla nazionale (viaggio intercontinentale, ndc.), ci ho parlato, ha smaltito il fuso orario. E’ convocato». AFFETTO DA RIPAGARE. Il Palermo segna col contagocce, soprattutto in casa. Mai 2 gol nella stessa partita. Lopez insiste su un concetto: «Per segnare dobbiamo tirare in porta, ho chiesto ai ragazzi di provarci di più. I tifosi? Giovedì l’allenamento a porte aperte al Barbera è stato molto motivante, i tifosi hanno cantato dall’inizio alla fine ed ora bisogna ripagare il loro affetto». E pazienza se per continuare a sperare, Lopez dovrà battere il Cagliari che porta nel cuore”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.