“La strana coppia cui si affida il Palermo per la salvezza. «Io e Di Marzio siamo come Ficarra e Picone, io faccio Picone perché sono la spalla, lui è un grande attore». Pur nella comprensibile tensione del momento, Davide Ballardini si concede una battuta che racconta molto. Perché non c’è dubbio che da questo insolito connubio fra il vulcanico dirigente, inserito da Zamparini nello staff rosanero appena un mese fa, e un allenatore riservato e di poche parole sia nato un Palermo diverso. Che ha saputo risolvere i suoi enigmi interni per tirare fuori un’anima battagliera risultata decisiva in queste giornate finali. E che si presenta alla partita della… sopravvivenza senza eccessive tensioni ma piuttosto col sorriso sulle labbra. Radioline spente. Si parla del suo carattere schivo. Se porta il Palermo alla salvezza, stasera vedremo un Ballardini che gioisce sfrenatamente? «Chi mi conosce – risponde Davide – sa che normalmente sono alla mano; sul lavoro mi blocca un po’ di timidezza ed il fatto di dover sempre rispondere a tono. Ma chiedete a Di Marzio… Con lui facciamo duetti strepitosi, lui tiene banco e io gli faccio da spalla. Come Ficarra e Picone». Ora manca solo l’ultimo passo, una vittoria col Verona renderà ufficiale la permanenza in serie A ed inutile l’attesa del risultato del Carpi impegnato a Udine. «Io le radioline in ogni caso non le ho mai accese – assicura Ballardini – siamo concentrati solo sulla partita che ci attende». Stessa cosa per le polemiche piovute da Carpi: «Quanto hanno influito queste chiacchiere? Niente, io non mi sono neppure posto la domanda. Siamo impegnati a fare bene il nostro mestiere, abbiamo pensato solo ad allenarci al meglio e a preparare la partita. Avremo una fortuna: ci saranno tante persone a sostenerci». Ecco il vero elemento di novità che può risultare determinante. Ballardini non lo nasconde: «Ci fa un enorme piacere, non accadeva da molto tempo». Lui in particolare da quando è tornato, in casa ha giocato una volta a porte chiuse e l’altra con i soli abbonati presenti: «Che effetto avrà lo stadio pieno sulla squadra? E’ una responsabilità in più, ci emozionerà e caricherà allo stesso tempo, potrebbe bloccarci le gambe o farci volare. Ma in ogni caso dovremo affrontare la partita da squadra, muovendoci con compatezza, senza nessun calcolo. Non staremo lì a guardare se è meglio vincerla subito o pressare di più alla fine, non sono pensieri che ci attraversano. Dobbiamo vincere e basta». L’ultima di Vazquez. Zamparini ha detto che salvarsi sarebbe un miracolo, Ballardini riporta il concetto sulla terra. «No, la squadra lo merita perché non sono mai mancate serietà ed impegno. Ci sono stati momenti difficili, ma io ho sempre sostenuto che l’organico è valido, composto di tanti giovani interessanti e di altri meno giovani ma di personalità. Gente che conosce il mestiere ed è affidabile». Sembra il manifesto per il Palermo che verrà ma l’allenatore (che ha il contratto fino al 2017) frena: «Penseremo al futuro una volta conclusa la stagione, in ogni caso non c’è da stravolgere un gruppo ma ci sono tanti giocatori sui quali puoi ripartire. Vazquez all’addio? Franco sta bene, è molto preso da questa situazione e dal momento, ci tiene immensamente a fare bene». Avverte sull’insidia dell’avversario: «Anche senza Toni, il Verona è competitivo. Verrà a fare la sua partita, ha messo in difficoltà squadre qualificate. Nel calcio non c’è mai niente di scontato nè di facile, il nostro lavoro fin qui è stato buono ma non se lo ricorderà nessuno se sbaglieremo con il Verona. Il mio addio dopo la gara d’andata? Non ci penso proprio, tante cose sono successe nel frattempo». Quel passato è lontano mille miglia. Ora conta solo l’urlo del Barbera che può trascinare il Palermo ad una salvezza che vale quanto una promozione”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.