“Il Genoa ha travolto il Palermo di fronte allo sguardo impietrito in tribuna del nuovo tecnico, Guillermo Barros Schelotto. Il 4-0 finale fotografa perfettamente l’andamento di una gara che non è mai stata in bilico: i rossoblù sono partiti forte, hanno sbloccato il risultato dopo 4′ con Suso e, controllato un accenno di reazione dei rosanero, hanno chiuso il conto nella ripresa con gli assist di Ansaldi e le reti (la seconda da cineteca) di Pavoletti. Un centravanti che, grazie a una media-gol strepitosa (uno ogni 93′), si sta meritando le attenzioni del ct Conte. Schelotto ha molto lavoro da fare per ricostruire una squadra che adesso è a +4 sulla zona retrocessione: l’autogestione con la quale i giocatori avevano ottenuto la vittoria di Verona ieri è sembrata uno sbiadito ricordo. E, con in panchina Viviani, i siciliani hanno concesso troppo a un Genoa che, Coppa Italia compresa, era reduce da 4 sconfitte interne consecutive. Con un atteggiamento di gara più coraggioso e concreto, potevano esserci le premesse per un risultato diverso e invece contro il mobile tridente di Gasperini, il Palermo si è subito sfaldato, incassando il ko più pesante della stagione e mandando su tutte le furie il presidente Zamparini. CHE GENOA. In quello che classifica alla mano alla vigilia del match era un vero e proprio scontro salvezza (quart’ultima contro quint’ultima) non c’è stata partita e il sorpasso del Genoa, adesso a quota 22 punti contro i 21 dei rosanero, è stato legittimato con una prestazione sontuosa. I padroni di casa, alla seconda vittoria di fila, hanno dominato nel possesso palla (oltre il 57%, addirittura il 61% al 45′), hanno concluso di più (18-11 i tiri) e hanno inquadrato più volte lo specchio (10-3) perché riuscivano ad arrivare fino all’interno dell’area avversaria con pregevoli azioni orchestrate da Perotti, al rientro dopo 3 turni di squalifica. L’argentino, che a giorni si trasferirà alla Roma, ha giocato alla grande quella che dovrebbe essere stata la sua ultima gara con il Grifone: partito largo a sinistra, si è spesso accentrato per favorire le sovrapposizioni di Laxalt ed è andato dove lo portava il suo calcio fatto di intuizioni e tocchi raffinati. E’ stato lui a smarcare Suso, abile con un’incursione a firmare la sua prima rete in Serie A e a mettere sui binari giusti l’incontro. Il Palermo ha avvertito il colpo e, pur stentando a costruire gioco, ha provato ad aggrapparsi alla classe di Varquez, mai assistito da Djurdjevic. I rosanero hanno messo insieme due tiri a lato (di Jajalo e del trequartista azzurro) e uno di Morganella (parato da Perin), ma senza la minima pressione di Hiljemark e Jajalo su l’ex Rigoni e Rincon, il Genoa ha continuato ad amministrare il ritmo. Solo i miracoli di Sorrentino su Rigoni, Suso, Perotti e Izzo hanno così permesso alla formazione di Viviani di rientrare negli spogliatoi sotto solo di una rete. FENOMENO PAVOLETTI. A inizio ripresa il Palermo è stato più deciso in fase di interdizione, ma ha mostrato i soliti problemi di costruzione: manovra lenta e pochi uomini in attacco, anche perché Viviani si è ostinato ad andare avanti con la difesa a tre invece di togliere un centrale, passare alla linea a 4 e aumentare il peso offensivo. Perin ha detto no a Lazaar e poi è stato spettatore dello show dei suoi compagni che hanno chiuso il match quando Capel è entrato al posto di Suso. Lo spagnolo ha provocato l’espulsione di Andelkovic e i siciliani sono spariti dal campo. Viviani è corso ai ripari puntando sul 4-3-2, ma Ansaldi a destra ha sfornato cross a ripetizione esaltando le doti di Pavoletti che ha firmato il 2-0 di testa e poi in acrobazia il 4-0. In mezzo il 3-0 di Rincon, altro eroe rossoblù di un pomeriggio che viceversa è stato da incubo il Palermo, ancora una svolta sconfitto dopo essere andato sotto nel punteggio. Schelotto in tribuna aveva tutte le ragioni per essere preoccupato”. Questa l’analisi di Genoa-Palermo condotta dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.