“C’è un proverbio cinese che dice: “Il vero miracolo non è volare in aria o passeggiare sulle acque, ma camminare sulla terra”. Ora, non c’è dubbio che il Palermo sia a caccia di un traguardo che da Maresca a Sorrentino, passando per Gilardino, viene chiamato… miracolo. Ma, se i prodigi si costruiscono camminando sulla terra, allora gambe in spalla e via sul cammino di Santiago di Compostela, ottocento chilometri di pellegrinaggio, da completare in tempi record, compatibili con l’urgenza di una rinascita interiore e il buon esito dell’operazione. Esperienza da consigliare a Zamparini che, a Santa Rosalia, bussando, potrebbe trovare chiuso, dopo avere abusato di peccati che in virtù di eventi soprannaturali (due vittorie di fila, gioco ritrovato, il suo positivo silenzio, sconfitta dell’Udinese), sono stati parzialmente rimessi. Zamparini conosce, ma non amministra (ancora non arriva a tanto…) il Sacramento della Penitenza. Ci vuole dunque un… miracolo. Doppio. Da tempo, infatti, si paria solo di presente come se il futuro non esistesse. Il calcio è fede, ma soprattutto progetti, investimenti, passione. Linee dimenticate in periodi di emergenza, comunque da ripristinare al più presto. La salvezza è una chiave importante, decisiva per uscire dal tunnel della crisi. Però, rappresenta solo un ponte tra gli orrori di oggi e la speranza del domani, invece, non si parla d’altro. Salvezza e retrocessione, le uniche parole sulla bocca di tutti condite da un briciolo di amore ritrovato con i tifosi. Ma il Palermo, in A o in B, che fine farà? Tutto tace, e allora, caro Zamparini, prepariamoci per il pellegrinaggio. A patto che sussistano tre condizioni: 1) La consapevolezza dell’evento (salvezza); 2) La ricerca di un obiettivo (ripartire con gioia); 3) Un atteggiamento ricettivo per superare gli errori commessi. Tre anni fa, il Palermo precipitò in B con la consapevolezza di barcollare sull’orlo del fallimento. Però, con un presidente deciso a prendersi la rivincita; un direttore sportivo, Perinetti, abituato n situazioni disperate: un parco giocatori che comprendono Dybala, Sorrentino, Barreto, Hernandez, Vazquez, Morganella, Pisano, Munoz, Milanovic e Ujkani, completato peraltro da un mercato ultra ricco, ieri un solo rischio: la mancata promozione in A, preludio ad un fallimento non solo tecnico. Oggi, e non siamo In B, di là di un epilogo positivo o negativo, Il silenzio rappresenta un vero e proprio urlo di impotenza. Perché Zamparini vuole passare la mano, perché i giocatori più significativi hanno già salutato, perché Perinetti non c’è più e, in pratica. il ruolo non è mai stato ricoperto, perché mancano le condizioni per sperare […]”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.