“La partita che davvero interessa a Palermo si gioca da parecchie settimane a Londra e riguarda il passaggio di proprietà. Oggi con l’Empoli si concluderà solo una stagione mesta e contraddittoria. Ai tifosi preme comunque la dignità della squadra ed un comportamento corretto sul campo ma non sarà certo il risultato di stasera, qualunque esso sia, a cambiare il giudizio globale sull’annata. Il nodo del futuro è molto più rilevante e suscita comprensibili attese. Il timore è che la serie A che va via stasera da Palermo possa non tornare tanto presto, come invece accadde nella precedente retrocessione, quella del 2013. Per farlo, ci vorrà innanzitutto una struttura societaria forte e credibile, caratteristiche che non possono più appartenere alla vecchia gestione di Zamparini. Ma com’era prevedibile la trattativa è ancora complessa e il closing continuamente rinviato. Ieri intanto Paul Baccaglini ha rotto il silenzio con un comunicato ufficiale. Senza dire particolari novità ma rilanciando la sensazione che un affare andato così avanti possieda comunque delle basi solide.
Il testo. Baccaglini, presidente ufficiale dal 6 marzo, ha voluto fare un bilancio di fine stagione: «Si chiude un campionato di cui è stato già detto moltissimo. Accettiamo il risultato a testa alta nello spirito di vederlo come un perno sul quale invertire la rotta e cominciare a scrivere un nuovo capitolo». Ma la parte principale arriva dopo: «Gli accordi di riservatezza impongono a tutti un silenzio che però va letto in termini positivi: squadre di professionisti continuano a lavorare nell’intento comune di giungere all’obiettivo il prima possibile. Nel fare questo ci stiamo prodigando per riorganizzare e garantire non solo l’operatività della Società durante il periodo di transizione ma stiamo anche edificando le basi sulle quali costruire una squadra competitiva in grado di raggiungere il risultato chiaro della prossima stagione: la promozione in Serie A».
Lo stallo. L’intervento vuole tranquillizzare sulla serietà dell’operazione, certificata in questi giorni dall’attenzione con cui la banca inglese (top secret ovviamente) che agisce da advisor sta analizzando in particolare i più recenti bilanci del Palermo. Ma uno dei temi che più preoccupa i tifosi è lo stallo effettivo che si è creato per pianificare il futuro. Infatti alla famosa “clausola della riservatezza” ne è abbinata un’altra più sottile. Nessuna delle due parti, acquirente e cedente, ha in questa fase la facoltà di “stipulare contratti”. In poche parole, né Zamparini, tuttora proprietario delle azioni, né Baccaglini, presidente solo sulla carta, possono assumere un allenatore o un ds o prolungare il contratto di un calciatore. Possono prendere contatti ovviamente, e Zamparini lo ha già fatto, ma senza l’ok del partner non potrà essere messo nero su bianco su nulla. Ecco perché il closing necessita di tempi stretti. Per permettere al Palermo di programmare senza equivoci una stagione dove le cose da fare sono tantissime.
La fede. Baccaglini conclude il comunicato con un tentativo di smorzare i toni: «Il Palermo non è solo una squadra di calcio – scrive – è un pezzo del patrimonio culturale della Sicilia, tocca emozioni profonde e radicate. Questo è uno degli ingredienti che rende Palermo unica e speciale. Ma esorto tutti a ricordare che è una “fede sportiva” e lo sport è, e deve sempre rimanere, un valore positivo, che aggrega e non divide. In un momento storico come questo in cui fede fa sempre più rima con guerra, cerchiamo di vivere la nostra fede rosanero con un sorriso». Proposito giustissimo. Ma l’unico mezzo per mettere in pratica questi concetti è chiudere l’affare e costruire la nuova squadra”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.