L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo e sulla campagna abbonamenti ancora aperta.
C’è un’attenzione che monta attorno al Palermo che d’altronde non si è mai nascosto, né nelle dichiarazioni programmatiche e meno che mai con un mercato che ha raccontato meglio di tante parole quale sia l’obiettivo. Il numero degli abbonati, sempre elevatissimo per la categoria (in B solo la Sampdoria ne conta di più) è di poco superiore a quello dello scorso anno, ma la campagna è ancora aperta, e l’impressione è che dopo le ultime uscite convincenti, nel prossimo turno interno col Cosenza si supererà quota 12.000 tessere. Ora la parola d’ordine dovrà essere equilibrio perché avere una squadra forte non significa automaticamente avere già vinto il campionato, ma questo è un concetto ben chiaro sia alla società, che con Gardini al timone è sempre rimasta certa della necessità di un lavoro in continuità, sia a Corini che anzi, in B è molto più abituato a giocare per il vertice, come dicono i suoi tre campionati con Brescia e Lecce, una promozione e due playoff.
La solidità difensiva. Qualunque analisi dopo sole 3 partite, giocate contro una rivale rimasta in nove per oltre mezz’ora e due neo promosse, peccherebbe di superficialità. Il calcio è fatto di verifiche quotidiane e di insidie quando meno te le aspetti. Se non si può dunque saltare a conclusioni definitive, si può dire certamente che si vedono gli effetti di alcune scelte estive: uno dei temi forti della costruzione di un Palermo da alta classifica era relativo alla difesa. Troppi gol presi (49, uno in più di quelli segnati), non solo per colpa dei singoli di reparto, ma per qualche meccanismo collettivo che s’inceppava facilmente. Raramente, soprattutto in trasferta, Pigliacelli restava imbattuto. Adesso in 270′, al passivo ne è arrivato solo 1. Lucioni e Ceccaroni aggiungono fisicità ed esperienza, ma sono in arrivo bei test per confermare queste sensazioni: le prossime gare esterne saranno ad Ascoli e Venezia e potranno dire molto.