Corriere dello Sport: “Palermo, i baby sono già grandi. Scurto: «Abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Per la prima squadra…»”
L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” riporta le dichiarazioni di Giuseppe Scurto, allenatore del Palermo Primavera, dopo l’ottima annata culminata con la salvezza nella massima serie: «2004, giocavamo a Leverkusen, in Champions, Delneri mi avverte la mattina: stasera giochi tu. Rimasi senza fiato per qualche secondo, in quella squadra i miei compagni si chiamavano Totti, De Rossi, Cassano». Altra serie A a Chievo, ma la cartilagine non dà tregua. «Ero alla Juve Stabia e fui costretto a smettere, così chiesi al presidente di rendermi utile lavorando coi ragazzi. Quando mi chiedono qual è il mio calcio, rispondo che i moduli li fanno i giocatori e le loro caratteristiche. Se si ha la fortuna di scegliersi elementi adatti si prova a seguire uno stile. Un allenatore deve valutare la rosa, capire il campionato, conoscere gli avversari. Solo dopo può impostare una strategia. Nei vivai c’è troppa tattica? Dipende dalle categorie: la Primavera non viene più considerato settore giovanile, devi già abituare i ragazzi alle realtà con cui si confronteranno se vogliono diventare professionisti. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario considerando il livello delle avversarie. Ci siamo messi 7 squadre dietro con un andamento stranissimo: 16 punti nelle prime 8 giornate, poi flessione e striscia positiva finale quando abbiamo ritrovato fiducia in noi stessi». Con la paura di vanificare tutto se fosse arrivata la condanna alla C e quindi la retrocessione anche per i baby: «Sarebbe stato un brutto colpo, non lo meritavamo. Avevo ragazzi eccezionali, quasi tutti palermitani, con me da 3 anni. La squadra ha radicato un forte senso di appartenenza che fa la differenza. Il nostro scudetto l’esordio in B di Cannavò, ma vanno citati in tanti, Rizzo, Santoro, Gallo, Birligea. Pronti a passare in prima squadra? Dipende molto dal carattere del ragazzo e dal contesto: a Palermo la pressione incide tanto, può essere importante un’esperienza formativa in una piazza tranquilla. Conta la costanza, non bisogna mai sentirsi arrivati». Il Pescara ha promosso Zauri in panchina: «Una forma di fiducia, Zauri ha vinto il campionato, ma è bello vedere che ci sono società che ci credono e si prendono un rischio. Il mio futuro? Mi piacerebbe continuare in Primavera, ho 35 anni e già una discreta esperienza, vorrei completare questo percorso».