L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo impegnato a Como.
Difficilmente Corini sbaglia una vigilia. Affronta le critiche senza nascondersi, offre le sue spiegazioni precise a tutto, risponde sempre con educazione e rispetto, segue una propria linea di coerenza. Però nel calcio le parole vanno trasformate in fatti e adesso tocca alla squadra mettere in pratica le buone maniere del tecnico, ovvero recepire le motivazioni che a più riprese il Genio prova a trasmettere. Risultati (2 punti nelle ultime 4 partite) e sensazioni indicano un Palermo non abbastanza convinto, ma Corini ancora ieri ha ribadito che lui e i suoi non hanno gettato la spugna: l’obiettivo play off è raggiungibile.
Il recupero di Valente. L’esterno partirà con la squadra, ieri ha lavorato in parte con il gruppo, l’intenzione è quella di schierarlo dal 1′. «Ha subito una botta al ginocchio, ma l’ho visto muoversi abbastanza liberamente» afferma Corini. Il tecnico ha confermato che non cambierà modulo di gioco neppure in caso di assenza dell’unica ala rimasta: «E’ difficile stravolgere qualcosa su cui lavoriamo da tempo, preferisco riempire la posizione anche con giocatori di caratteristiche diverse, variando qualcosa fra centrocampo e attacco».
Insomma se Valente non ce la facesse da quel lato andrebbero Segre o Broh. Corini insiste sul concetto che per spezzare la disabitudine a vincere (un solo successo nelle ultime 11 gare) servano più spinte emotive e mentali che alchimie tattiche. «Bisogna volere veramente qualcosa anche sporcandosi un po’», ripete con rabbia ricordando il gol annullato a Broh sabato scorso che oggi darebbe altra luce alla classifica. «Se siamo rimbalzati su un episodio avverso, dobbiamo crederci e spingere ancora di più. Mi aspetto domani questo tipo di atteggiamento, vogliamo fare un grande finale di campionato, una prestazione completa che porti un risultato importante».
Esclusa la soluzione Verre trequartista puro, fiducia nei pretoriani della difesa, rassicurazioni sulla condizione atletica. «I dati ci dicono che il Palermo ha un’ottima tenuta, abbiamo spinto fino alla fine sia a Venezia che col Benevento. Rotazioni in difesa? Non vedo giocatori in difficoltà e i possibili sostituiti, Graves o Bettella, dopo piccoli infortuni vanno gestiti per adattarli a ritmo e intensità del finale di stagione. Con Verre ho parlato anche individualmente, gli ho chiesto se si senta più Isco o Modric: io vorrei diventasse più Modric, uomo squadra in senso completo, non solo grande palleggiatore o assist man. Ha tutte le qualità per farlo, non mi posso accontentare che sia solo un centrocampista offensivo, lo voglio più incisivo in tutte le fasi di gioco. Le critiche nei miei confronti? Accettarle fa parte del mio ruolo, comprendo il tifoso che sogna di vedere la squadra vincere, ma arrivare a certi livelli è un lavoro che richiede errori e pazienza. So di avere la fiducia completa della società, cerco di conquistarmi quella dei tifosi: sapete quanto sia legato alla piazza».