L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Francesco Di Mariano.
Cercasi il miglior Di Mariano, identificabile come uno degli emblemi di un Palermo che continua a sviluppare il proprio percorso tra alti e bassi. E’ chiaro che i problemi dei rosanero non dipendono dal singolo e sono riconducibili ad una “chimica” di squadra che Corini ancora non ha trovato ma ci sono giocatori dai quali è lecito aspettarsi di più. E Di Mariano è uno di questi.
ISTANTANEA. C’è un’istantanea della sfida giocata contro il Venezia che è significativa: nel corso del primo tempo, l’esterno offensivo sfruttando un corridoio centrale ha avuto una buonissima occasione per calciare in porta ma invece di tirare ha optato per una soluzione che non ha sortito effetti. In questa scelta c’è tutto il Palermo di Eugenio Corini, squadra che ha dei colpi in canna ma che per motivi diversi non riesce a spararli. Perché puntare i riflettori proprio su Di Mariano? Le aspettative sono legittimate dal fatto che il laterale offensivo classe ’96 sa cosa significa vincere in B. Lo ha fatto nel 2020/21 a Venezia contribuendo (gol nella finale playoff con il Cittadella) alla promozione in A dei lagunari e anche nella scorsa stagione a Lecce. E poi rappresenta l’usato sicuro per Corini che lo aveva allenato pure a Novara. Ad agosto l’allenatore bresciano ha avallato il suo acquisto confidando, con la prospettiva di una squadra impostata per esaltare le qualità degli esterni d’attacco, sulla capacità del funambolo palermitano di far valere la sua abilità nell’uno contro uno e creare situazioni di superiorità. Caratteristiche, peraltro, compatibili con l’indole della compagine rosanero che, fin dalla scorsa stagione, fa del recupero palla e veloci ripartenze il proprio cavallo di battaglia.
Il problema è che il numero 10 finora ha mostrato questo repertorio solo a tratti. La sua luce si è accesa ad intermittenza: assist vincenti a Modena e Cosenza e prove di ottimo livello come quella contro il Parma in mezzo a diverse pause e prestazioni condite da tanto impegno ma poca concretezza. I suoi “up e down” rispecchiano il rendimento altalenante del Palermo che nel proprio calderone mescola cose positive e negative senza continuità. Migliorando in zona gol (un gol), a esempio, darebbe nuova linfa alla squadra.