L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara di oggi tra Palermo e Cagliari.
«Io e Liverani abbiamo rappresentato il Palermo in due epoche diverse: il mio ha tracciato una strada, il suo l’ha proseguita arrivando fino alla finale di Coppa Italia». Corini disegna la vigilia prima di tutto con un omaggio a Mihajlovic («ha insegnato il coraggio a tutti»), poi con le caratteristiche di un Cagliari dato in ambasce anche se proviene da una vittoria. «Ricoprivamo lo stesso ruolo ed entrambi abbiamo mantenuto in panchina l’idea di fare un calcio propositivo. Il Cagliari ha valori importanti, ma so cosa vuol dire allenare squadre retrocesse. Di Liverani ho stima, abbiamo anche avuto la fortuna di vincere un campionato nello stesso anno, io a Brescia e lui a Lecce». PASSATO. Fabio risponde con un accenno ai bei ricordi di Palermo («tre anni fantastici, chiusi portando 40.000 tifosi a Roma per la finale con l’Inter») e ribadisce le velleità di ripresa della sua squadra: «Andiamo al Barbera per vincere, è l’unica medicina per sanare le critiche. La contestazione mi stimola e non mi abbatte, dobbiamo migliorare evitando errori come quelli per cui abbiamo subito gol dal Perugia». Non cerca alibi Liverani che dovrà rinunciare a Mancosu, Rog e Deiola oltre a Di Pardo a cui si è aggiunto Barreca. Resta da sciogliere il dubbio in regia dove il ballottaggio riguarderà l’ex Viola e Makoumbou.
Stulac, Brunori, mercato. L’analisi di Corini è razionale: «Il mio Palermo è cresciuto in consapevolezza, lavoro per trovare una stabilità ma anche perché la squadra sia capace di variare il tema tattico e finalizzare meglio. Per questo oggi confermo Stulac, miro a recuperare i giocatori importanti che non sono riusciti a rendere come ci aspettavamo. Mi aspetto molto da lui, voglio capire se Leo ci può dare risorse diverse. Brunori in nazionale? Grande soddisfazione per Matteo, tifosi e società, vuol dire che Palermo sta tornando alla ribalta. Il mercato? Prima voglio fare una grande partita col Cagliari e a Brescia, poi mi confronterò con la società. Chiederò qualità, giocatori in possesso di personalità, dote che si deve avere per giocare nel Palermo. Gli esuberi? Vorrei una rosa meno ampia, difficile allenarsi con 26 giocatori di movimento. Ma con tutti i ragazzi sono sempre diretto e leale. Il gruppo possiede grandi valori, l’esempio è Nedelcearu, commovente nello scendere in campo a Ferrara nonostante un grave lutto. La pressione di giocare in casa? A Palermo ci sono aspettative, ma noi la pressione dobbiamo saperla spostare dalla nostra parte»