L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ha parlato dell’arrivo in Sicilia della nuova proprietà rosanero. Ecco quanto si legge: “Fumo di Londra. Il primo contatto diretto della nuova proprietà inglese a Palermo non dirada del tutto i dubbi sull’operazione che ha portato il club rosa al cambio epocale. Il nome della società che ha acquistato il Palermo? «Non è ancora precisato, verrà indicato in seguito». Come sarà composto il Cda e chi ricoprirà la carica di presidente, detenuta provvisoriamente da mesi da Daniela De Angeli, direttrice amministrativa legata a Zamparini? «Troppo presto, non siamo ancora in grado di indicare un organigramma, lo faremo nelle prossime settimane o mesi». Ma il nuovo gruppo è quotato in Borsa? «Sono informazioni sensibili, dovrete aspettare qualche giorno, nulla può essere anticipato prima». Tutto questo sembra un po’ poco per la piazza di Palermo, scottata dalle precedenti esperienze. Lo staff sbarcato ieri a Punta Raisi era composto, oltre che da Zamparini, da Clive Richardson, Ceo della Global Futures Sports&Entertainment, dal suo socio James Sheehan, dall’ex gloria britannica David Platt e da Maurizio Belli, che ha seguito come advisor l’intera trattativa. Subito una visita al Tenente Onorato per presentarsi a Stellone e alla squadra, poi una prnazo alla “Trattoria il Delfino” di Sferracavallo, quindi la presa di contatto con lo stadio Barbera e l’incontro con i media.
ZAMPARINI SENZA LACRIME. Prima di lasciare spazio ai nuovi proprietari, ha parlato il patronuscente: Zamparini si poi definito insieme «triste e allegro perché il calcio è stato una cosa importantissima della mia vita». Ha spiegato di aver passato la società («dopo che molti mi hanno avvicinato per truffare me e il Palermo») «a persone di livello e possibilità economiche che io non ho più. Sono stati dipinto in maniera sbagliata, al Palermo ho regalato in questi anni 90 mln di euro, ricavato della mia famiglia, ma ne ho avuto anche grandi soddisfazioni». Accanto a lui Rino Foschi che mantiene la gestione del team: «Mi relazionerò con la nuova proprietà come facevo con Zamparini che resterà come consulente. Anzi, avrò ancora maggiore responsabilità».
QUALCHE SPIRAGLIO. Alle domande, Richardson ha risposto sbrigativamente e quasi tutti i chiarimenti ha provato a darli Maurizio Belli. Il concetto chiave è che per loro è stato il primo giorno di contatto con una nuova realtà e dunque il progetto è ancora in divenire. «Ci sono iter burocratici da rispettare relativi agli investitori, alcuni dei quali sono quotati in borsa, per questo dobbiamo aspettare nel fornire altri dati. Dopo tanti giorni di aspetti negoziali e trattative, questa era l’occasione per conoscere Palermo e fare approfondimenti» A superare i primi imbarazzi, ci ha pensato opportunamente David Platt: «In questioni di affari , ci sono norme e regolamenti che neanche io capisco: servono un po’ di giorni per chiarire». Richardson ha però fatto trapelare che i capitali verranno da un gruppo di investitori e non da un solo socio: «Siamo stati noi a contattare Zamparini perché negli ultimi 6 mesi cercavamo opportunità nel calcio e Palermo ci è sembrata una grande chance. Non ci sarà un singolo proprietario del Palermo, sarà una società a figurare «Confermo che il gruppo ha acquistato anche Mepal e che farà fronte ad ogni impegno econo, compresi eventuali interventi sul mercato di gennaio. Il prezzo di vendita è di 10 euro, il giro d’affari necessario allo sviluppo del Palermo si aggira sui 20 milioni. Le vicende giudiziarie e l’istanza di fallimento? Abbiamo spiegato i vari step a persone che vengono da una cultura diversa, loro hanno capito gli elementi di rischio, fatto gli approfondimenti richiesti e confermato l’acquisto». E Mr. Richardson, uscito a tardo pomeriggo dallo stadio fra gli applausi dei tifosi radunatisi, ha trovato la battuta giusta: «Ciò che ci interessa è che il Palermo a fine stagione non sarà più in B ma in A»”.