Corriere dello Sport: “Olimpiadi 2024, Palermo pronta per i tornei di calcio. Barbera verso la ristrutturazione – i dettagli”
Come riprotato ieri, Palermo è tra le candidate ad ospitare i tornei di calcio alle Olimpiadi 2024, qualora la candidatura di Roma dovesse andare in porto, il capoluogo siciliano dovrà prepararsi all’evento, inziando dalla ristrutturazione del Barbera. Ecco quanto si legge in merito sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”: “Un salto nel passato per proiettarsi nel futuro. Neanche fossimo al volante della DeLorean di Doc Emmett. L’annuncio degli stadi prescelti per la candidatura di Roma all’Olimpiade 2024 emana un forte profumo di amarcord. Undici sedi, tutt’e undici già teatro dei campionato del mondo di calcio nel 1990. Torino, Milano, Genova, Verona, Udine, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo. Manca solo Cagliari, che allo stato ha uno stadio a dir poco precario e che comunque nel progetto olimpico figura quale sede per la vela. «Una location scelta non per simpatia, ma di concerto con esperti velisti quali Francesco De Angelis, ex skipper di Luna Rossa, e sulla base di dati statistici e meteorologici» ha tenuto a sottolineare il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Cagliari oltrettutto avrà uno stadio, se tutto filerà liscio, solo nel 2019. Il progetto da 55 milioni di euro è già stato depositato in Comune, ma i lavori non cominceranno prima del giugno 2017. Impossibile tenerlo in considerazione per il dossier olimpico. Anche a causa della ridotta capienza: circa 22.000 posti. Per lo stesso motivo non rientra nei programmi olimpici, almeno allo stato attuale, il futuro stadio della Roma, l’autentico convitato di pietra della presentazione di ieri nella sede del Comitato al Foro Italico. Dovrebbe figurare come ipotesi nel dossier che verrà consegnato il prossimo 17 febbraio al Cio, a Losanna, ma è lo stesso Malagò a definirlo «un punto interrogativo». L’Iter di approvazione è fermo alla Regione Lazio e l’auspicio del presidente del Coni è che il progetto «possa essere approvato in via definitiva prima del febbraio del 2017», data entro la quale sarà possibile apportare correzioni alla voce “impianti” del dossier olimpico. Per evitare problemi logistici con la cerimonia di chiusura all’Olimpico, sarebbe lo stadio della Roma il teatro della finale maschile del calcio. Altrimenti si dovrà giocare la domenica mattina, come peraltro già avvenuto a Sydney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008. «Sullo stadio della Roma – ha aggiunto Malagò – siamo spettatori interessati, perché potrebbe essere impiegato anche per altri sport di squadra, come il baseball, se sarà nel programma dei Giochi, l’hockey su prato, attualmente previsto alle Tre Fontane, o il rugby a sette, che ora è collocato al Flaminio. Da uomo di sport faccio il tifo affinché la Roma abbia il suo stadio, così come mi auguro che un giorno lo abbia la Lazio. E lo dico contro gli stessi interessi del Coni, che è proprietario dell’Olimpico. Tutto il resto, gli aspetti urbanistici, residenziali, delle autorizzazioni, non mi riguarda». Ristrutturazioni. Nei piani della candidatura romana, Milano e Napoli dovrebbero essere teatro delle semifinali e di un quarto di finale a testa. Mentre la fase a gironi (quattro), nelle intenzioni, potrebbe abbinare Torino e Genova, Verona e Udine, Bologna e Firenze, Bari e Palermo. «Quattro di questi impianti sono già all’altezza di ospitare un’Olimpiade – ha approfondito Malagò – Penso all’Olimpico di Roma, che sarà teatro di un girone degli Europei sovranazionali del 2020 e per quella data verrà interamente digitalizzato. Allo Juventus Stadium e al Friuli di Udine, appena inaugurati o ristrutturati. E ovviamente a San Siro, che a maggio ospiterà la finale della Champions League. Sugli altri impianti occorrerà intervenire. Presto scriveremo alle amministrazioni locali, chiedendo su questo tema un’assunzione di responsabilità». Gli stessi stadi saranno utilizzati per il torneo maschile e per quello femminile che, soprattutto alle Olimpiadi, non è assolutamente secondo per importanza. A Londra le donne si giocarono l’oro nel tempio di Wembley, così come i colleghi maschi. Lo stesso non potrà avvenire a Roma, come già (ad esempio) ad Atene e a Pechino, per la concomitanza, l’ultimo sabato dei Giochi, con le gare di atletica. «Potremmo utilizzare il Flaminio» anticipa Malagò. Ad oggi decadente, ma centrale nella candidatura olimpica romana (è in predicato di ospitare anche salto a ostacoli di equitazione e rugby a sette). «Gli stadi che abbiamo selezionato rappresentano la tradizione calcistica italiana – chiosa il padrone di casa Luca di Montezemolo, presidente del Comitato promotore – Dieci città più Roma, copriamo l’intero territorio nazionale. Chi allo stato attuale non sarebbe in grado di ospitare i Giochi sarà oggetto di lavori di adeguamento. D’altronde parliamo di un’Olimpiade che si disputerà nel 2024. Con l’attuale ritmo di evoluzione delle tecnologie, nel 2020 avremo macchine senza guidatore. Immaginatevi quanto dovremo modernizzare i nostri impianti per essere al passo da qui al 2024, quando la tecnologia avrà un ruolo fondamentale, a 360 gradi»”.