Corriere dello Sport: “Oggi a Palermo per i funerali di Schillaci. Caliendo: «Era unico. Vi racconto il mio Totò»”

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sui funerali in programma oggi di Schillaci e sulle parole dell’ex agente Caliendo.

Antonio Caliendo, l’agente che ha portato Salvatore Schillaci alla Juventus nell’estate del 1989, ricorda con affetto il campione scomparso e non ha voluto mancare ai suoi funerali, nonostante di solito eviti questi eventi. Caliendo racconta come abbia scoperto Schillaci per caso, vedendolo giocare in una partita a Cremona mentre osservava altri suoi giocatori: “Rimasi impressionato da quel numero nove. Il giorno dopo chiamai la Juventus per chiedere come mai non lo avessero notato.”

L’incontro con Boniperti e la trattativa
Dopo aver parlato con Giampiero Boniperti, Caliendo avviò i contatti con il Messina e, dopo qualche resistenza iniziale da parte del presidente Salvatore Massimino, riuscì a far accettare l’offerta della Juventus, pari a 7 miliardi di lire. “Alla fine Massimino si convinse. L’ultimo giorno di mercato ci siamo trovati a Milano per firmare i contratti, e Schillaci, che era molto semplice e modesto, dimostrò di essere un uomo vero.”

L’ultimo giorno di mercato
Caliendo ricorda come la corsa contro il tempo per firmare il contratto fu rocambolesca: “Mi trovavo in un taxi e per arrivare in tempo alla sede della Lega promisi 100 mila lire al tassista se mi avesse portato lì entro venti minuti. Salì sui marciapiedi per fare più in fretta e arrivammo giusto in tempo.”

Le Notti Magiche e il legame con Schillaci
Schillaci era determinato a fare bene alla Juventus e il suo debutto con Roberto Baggio portò immediati successi, tra cui la vittoria della Coppa UEFA e della Coppa Italia. Il culmine fu il Mondiale del 1990, dove Schillaci divenne l’eroe dell’Italia. “Sapevo che in coppia con Baggio avrebbe fatto benissimo. Quel Mondiale fu un peccato non vincerlo, siamo stati castigati da Caniggia e da un errore di Zenga.”

I ricordi più divertenti
Caliendo ricorda con affetto anche i momenti spensierati, come un viaggio a Montecarlo dopo il Mondiale, dove Schillaci e Baggio lo presero in giro con scherzi notturni. “Baggio amava gli scherzi, mi svegliava alle cinque del mattino con carrelli di spesa pieni di roba, e un giorno mi mise un’anguria sotto la sedia senza che me ne accorgessi.”

Schillaci in Giappone
Schillaci è ancora molto amato in Giappone, dove giocò con il Jubilo Iwata. “Totò-San era adorato. Una volta chiesi al presidente del club se potessimo cambiare casa perché il cane del vicino abbaiava sempre la mattina presto. Il giorno dopo si presentò con degli architetti per chiedere dove voleva vivere Schillaci, e in due mesi la villa era pronta.”

Un legame eterno
Schillaci ha sempre considerato Caliendo il suo unico manager, un onore per l’agente. Tuttavia, Caliendo ha un rammarico: non essere riuscito a portare Schillaci a Montecarlo per fargli imprimere i piedi nella Promenade del Golden Foot. “Farò in modo che il suo nome ci sia, assolutamente.”

Caliendo conclude ricordando Totò Schillaci come un uomo semplice, genuino e vero, che ha lasciato un segno indelebile nel calcio italiano e nella vita di chi lo ha conosciuto.