Corriere dello Sport: “Offerta di lusso per il diavolo”

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” torna a parlare della cessione del Milan che è finito nell’interesse del gruppo Lvmh, gigante del lusso nato, nel 1987, dalla fusione tra Louis Vuitton, maison di accessori di moda, e Moët Hennessy, attiva nella produzione e distribuzione di vini e prodotti alcolici. Crescono i rumour di una possibile vendita al conglomerato transalpino, entro il prossimo mese di dicembre, per una cifra vicina ai 975 milioni di euro. Si sono registrate però smentite estive e autunnali, le più recenti il 28 settembre e il 30 ottobre, sia da parte del fondo Elliott, sia di Antoine Arnault, il 42enne figlio di Bernard, proprietario del gruppo del lusso Lvmh (46,83 miliardi di euro di fatturato nel 2018, quasi 150.000 dipendenti, Louis Vuitton, Dior, Sephora, Fendi e molti altri marchi nel portafoglio), con un patrimonio stimato superiore ai 90 miliardi di euro. Ma da Londra e Parigi, in diversi ambienti finanziari, continuano a rincorrersi voci sull’acquisto del gruppo Milan attenzionato “personalmente” dal multimiliardario Bernard Arnault (classe ’49). La strategia di Lvmh è chiara e ben definita da diversi anni. La parola d’ordine è “internazionalizzare” il gruppo, con l’obiettivo di contrastare il rivale di sempre: il gruppo Kering (fondato dalla famiglia Pinault). Gli interessi sono in diversi settori: dai vini e alcolici, passando per orologi e gioielli (in questo segmento, nel 2011, è stata acquisita l’azienda Bulga ri), per il mercato moda, distribuzione, profumi, editoria, alberghi, ristorazione, fino al segmento dell’ospitalità. In totale cinque divisioni sotto il controllo del top manager Antonio Belloni (classe ’54),
che ha consigliato Arnault, negli anni passati, in una serie di investimenti (tutti poi risultati vincenti) sul mercato italiano. Tra questi l’acquisizione dei marchi Fendi, Emilio Pucci, Bulgari e ancora di Loro Piana. Il passo successivo potrebbe essere l’acquisto del marchio Milan, che significa entrare, dalla “porta centrale”, in una delle piazze mondiali della moda, con l’opportunità di sfruttare al massimo, nei prossimi sette anni, anche le opportunità economico-finanziarie collegate al progetto olimpico di Milano-Cortina 2026. Un ulteriore stimolo è da individuare nel progetto del nuovo stadio. Un asset indispensabile, in casa Milan, per tornare a sognare in grande e sviluppare fatturati più vicini a quelli dei grandi club europei.

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Redazione Ilovepalermocalcio