L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Dionisi e la nuova forma del suo Palermo.
Il problema di questo Palermo altalenante dipende solo dal modulo? Il 4-3-3 non sembra essere perfetto per la rosa a disposizione? Cambiare modulo basterebbe per trasformare la squadra in una macchina vincente? Questo dibattito è aperto da tempo tra tifosi e addetti ai lavori, ma chi conosce meglio le dinamiche interne della squadra non sembra del tutto convinto che la soluzione sia così semplice. Proviamo a esaminare le ragioni e le possibili implicazioni tattiche.
Esterni e versatilità. Dionisi, come Corini l’anno scorso, ha ritenuto che la rosa del Palermo sia adatta a un campionato di vertice e che il 4-3-3 sia il modulo più indicato per sfruttare al meglio gli uomini a disposizione. La scelta del modulo sembra legata alla presenza di numerosi esterni d’attacco, ma molti giocatori sono versatili e possono interpretare diversi ruoli. Di Mariano, Di Francesco, Insigne e ora Le Douaron sono giocatori che non devono necessariamente rimanere confinati sulle fasce. Allo stesso modo, Dionisi ha più volte sottolineato che il sistema di gioco può cambiare in base alle caratteristiche dei giocatori. Ranocchia, ad esempio, può ricoprire più ruoli a centrocampo, e Corini lo schierò in un 4-2-3-1 che portò buoni risultati la scorsa stagione. Il recupero completo di Verre aggiunge ulteriori opzioni tattiche, dato che può giocare sia da interno che da trequartista, aumentando la flessibilità del modulo.
Occupazione degli spazi. Il problema, però, potrebbe essere mal posto. Nel calcio moderno, l’importanza dei moduli è spesso secondaria rispetto all’occupazione degli spazi. Gli allenatori e i giocatori parlano più di come gestire il campo piuttosto che dei numeri tattici. I ruoli disegnati all’inizio di una partita cambiano costantemente in base alle situazioni di gioco, e l’aspetto cruciale è mantenere le distanze corte tra i compagni, indipendentemente dallo schema adottato. Il cosiddetto “equilibrio” è spesso meglio garantito dal 4-3-3, anche se richiede agli attaccanti di ripiegare in fase difensiva. Tuttavia, il fatto che il Palermo abbia faticato a segnare in molte partite solleva dubbi sul fatto che questo modulo offra abbastanza pericolosità offensiva. Da un lato, i centravanti ricevono poche palle utili per finalizzare; dall’altro, diverse partite sono state decise da azioni caratteristiche del 4-3-3, come i gol contro Cremonese, Juve Stabia, Südtirol e il break di Di Mariano contro il Cosenza.
La decisione finale. La scelta sul modulo spetta all’allenatore, che conosce meglio di chiunque altro la squadra. Dionisi non è un integralista e sta considerando attentamente le varie opzioni. Questa settimana di sosta potrebbe essere fondamentale per affinare il lavoro tattico e trovare la soluzione migliore per garantire maggiore continuità di risultati.