L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” analizza passo dopo passo i vari cambiamenti e soluzioni che il tecnico Walter Novellino apporterà alla squadra in vista del match di domani contro l’Empoli: “Per un tecnico che si presenta dicendo: «Sono qui per mettermi in discussione, non è una questione di stipendi o di opzioni, salvarsi equivale ad uno scudetto, è come se fosse una nuova vita», le ultime partite, le nove finali nove, decideranno non solo il destino del Palermo ma dello stesso Walter Novellino, che all’appuntamento con il mangia allenatori, si è presentato, come un ragazzino, con grinta e senza garanzie anche perché quelle di Zamparini non valgono. Se il presidente avesse dovuto pagare tutte le scommesse, cento a uno, sul fatto che mai e poi mai avrebbe cacciato Iachini, oggi sarebbe senza un centesimo. Considerazione che, immaginiamo, lo farà infuriare: «Non l’ho cacciato io. E’ lui che si è dimesso…». E’ vero ma dopo un paio di frasi offensive, il limite diventa veramente sottile. Novellino ha accettato i rischi. Da Novellino dei vecchi tempi. Via paure e condizionamenti. I soldi? No problem. La formazione? Si vedrà. I rapporti? Ognuno al suo posto: uno in panchina, l’altro nella stanza dei bottoni. E via col vento della collaborazione. Si comincia sempre così. Ma, come diceva Rossella O’Hara, “domani è un altro giorno”. E quello di Empoli è decisivo.
Missione Empoli, Andelkovic titolare serve una difesa di ferro
Per Novellino non esiste futuro senza una grande partenza. Il Napoli, l’impossibile, è alle spalle. Ora vietato sbagliare. Ed è l’atteggiamento che conta. Progetto da brividi, l’impresa al primo colpo. Per questo, il tecnico si è inventato un continuo lavaggio di cervello ai giocatori. Ha già parlato ad inizio di settimana, insisterà oggi e domani, affonderà il coltello. Richieste? Avvio intenso, prestazione, ritmi indiavolati, punti, l’unico modo per mettere subito in chiaro che il Palermo non ha paura e che la settimana di sosta servirà per sistemare ogni particolare. A cominciare dalla difesa che, confermata in blocco, con Andelkovic ancora preferito a Cionek, avrà il compito di mostrarsi dura e spietata nelle chiusure centrali per evitare il fitto palleggio degli avversari. Sfida alll’Empoli, da girare a chi lotta per salvarsi e in primo luogo a… Stellone, pupillo ai tempi del Napoli e del Torino, per lui tecnico positivo e ambizioso, ora avversario col quale battersi senza esclusione di colpi. Non più e non solo Palermo attento e prudente, in grado di fare filtro dove l’Empoli spinge e risulta determinante con Saponara e con gli inserimenti di Zielinski e Croce. Ma con un gioco d’attacco che permetta rapide ripartenze per mettere la firma sulla partita e conquistare sicurezza e classifica
CACCIA AL GOL
Corso accelerato per tornare alla vittoria. E straordinari per Novellino e il suo staff. Sveglia all’alba, computer sotto braccio, continue analisi delle precedenti sconfitte, delle partite giocate dall’Empoli a Genova e contro la Roma e degli errori commessi. A cominciare dalla troppa libertà lasciata sulle fasce, vere e proprie autostrade ampie e sguarnite. Per arrivare al gol. Il grande assente. Novellino punta su Vazquez, “falsa” prima punta, e sull’arricchimento degli esterni. Da un lato Quaison, al quale il tecnico ha riservato una lavata di capo per ottenere più energia e continuità e per fargli capire che da un esaltante finale potrebbe scaturire il suo lancio definitivo. Nella mattonella di sinistra, Trajkovski e Bentivegna, il primo è il preferito del presidente, straordinario in allenamento un po’ meno quando la lotta si fa dura; e il… Messi di Sciacca, non ancora vent’anni, che ha colpito con le sue magie fin dal primo giorno. E Novellino non si fa condizionare. Nessuna sorpresa, dunque, se decidesse per il clamoroso lancio del siciliano dal primo minuto. Un Palermo comunque duttile in grado di passare, nello stesso pomeriggio, dal 4-1-4-1 con Jajalo in regia e Brugman accanto a Hjiljemark, al 4-3-2-1 o al più ortodosso 4-4-2 con Gilardino prima punta e Vazquez alle spalle, un poco trequartista e un poco… Dybala
PUNTI DI RIFERIMENTO
Nell’era Novellino, nessuno è tagliato fuori. Le prime maglie ovviamente per Sorrentino e Vazquez, poi a pioggia le altre nove, secondo modulo, necessità, forma fisica, intensità agonistica. Non sarà Zamparini a decidere. Fosse stato per lui altri elementi avrebbero seguito la strada di Daprelà e Rigoni. Novellino non vuole compromessi tanto sa che il suo destino è legato ai risultati e alla salvezza. La considerazione su Sorrentino e Vazquez è straordinaria. Sui giocatori e sugli uomini. Un’eredità presa da Iachini e rivalutata. Novellino è rimasto piacevolmente sorpreso dal loro positivo atteggiamento. Sorrentino è leader indiscusso anche nello spogliatoio, la squadra ha in lui un chiaro punto di riferimento. E lo ha lo stesso tecnico che giudica Vazquez uno che parla poco ma fa i fatti. La porta insomma è aperta a tutti. Da Gilardino, grande escluso ad Empoli, a Bentivegna; da Balogh a Djurdjevic. Passando per Cionek, ancora alla ricerca del primo minuto, ma che per Novellino è destinato a trovare spazio, come ovviamente Morganella da gestire e recuperare. Peccato per l’assenza di Lazaar che potrebbe aprire novità tattiche. Ma il suo recupero si avvicina. E grande rispetto per la vecchia guardia a cominciare da Rispoli impiegato in allenamento al posto di Pezzella, uno dei tanti nazionali
L’UOMO IN PIU’: Maresca, l’esperienza al servizio della squadra
Non ne ha fatto mistero. Segno di intelligenza e di onestà. «La cosa che mi conforta – ha dichiarato Novellino – è quella di avere trovato una squadra che, a livello fisico, sta bene». Un riconoscimento a Iachini, compagno, allievo, collega, “figlio” e amico di vecchia data con il quale ha scambiato profonde esperienze. Questo non significa identità di vedute, solo stessa scuola di pensiero e di vita; e che almeno l’ultimo cambio non ha prodotto le precedenti devastazioni. Il tecnico ha trovato sulla propria strada un altro prezioso alleato: Maresca, capitano di lungo corso, disponibilità totale per Novellino come per gli altri. Malgrado sia stato messo diverse volte fuori squadra, il regista ha dimostrato attaccamento e passione. Ed è stato tra i più attivi dietro le quinte. Tanti stranieri, diverse culture calcistiche e lingue non aiutano a formare lo spogliatoio. Maresca sembra un altro allenatore indispensabile sia quando gioca che quando guarda. Tanto che Novellino finirà per scegliere Jajalo, come muraglia, solo per una questione di fisicità. Scelta convinta. Per una squadra a pezzi che deve recuperare certezze e autostima. Il tutto con discrezione. Allo stesso modo di quando segue gli allenamenti lontano dalla panchina per non essere influenzato dai commenti”.