“Un po’ Sunjic, unico volto nuovo fra i rosanero, e molto Nicola Salerno, il direttore sportivo costretto a rispondere ad un fuoco di domande su un mercato che non ha mantenuto le promesse. E sulle prospettive di una società che non si capisce dove sia diretta. La presentazione del difensore bosniaco arrivato allo Stoccarda (Serie B tedesca) si è presto trasformata in un processo al momento rosanero. Salerno ne era consapevole, ci ha messo la faccia ed ha tentato di districarsi nella selva di quesiti. SPERANZA. «Personalmente non sto affatto programmando una retrocessione – inizia Salerno – veniamo da una partita importante fatta a Napoli dove la squadra ha dimostrato di essere viva. Ce la possiamo giocare ed è da lì che dobbiamo ripartire, finché ci sarà una goccia di speranza, lotteremo. Aldilà del risultato che poteva addirittura essere migliore, il Palermo sul piano strutturale ha dimostrato di avere delle possibilità». Ma lui stesso aveva dichiarato al suo arrivo che delle facce nuove erano assolutamente necessarie: «Il mercato non è stato facile, quando si è capito che non potevamo prendere qualcuno che facesse davvero la differenza, abbiamo valutato che 25 giocatori di buon livello li avevamo e che a questo punto era meglio rimanere così. È vero che al mio arrivo, pensavo di fare due o tre operazioni, poi mi sono reso conto che possiamo ricompattarci con questo gruppo». Prova a fornire spiegazioni. Poco convincenti in realtà: «Qualcosa di meglio potevamo certamente fare, non abbiamo sostituito Hiljemark per esempio. Le cessioni erano inevitabili, Hiljemark non voleva più restare e Quaison andava a scadenza di contratto. Puntiamo sui nostri giovani, Pezzella e Lo Faso sono tanta roba». La sensazione è che la società sia in gravi sofferenze. Salerno minimizza: «Per quanto ho visto io in questo periodo, il Palermo non ha problemi sotto l’aspetto amministrativo e finanziario. Poi non so se ci sono altri discorsi». Intanto appaiono i soliti equivoci sul modo di fare il mercato. Come nel caso di Biabiany: «Io non l’ho mai cercato – conferma il Ds – probabilmente lo ha fatto Zamparini ma è una trattativa che il patron non mi ha passato».
Si passa a Sunjic, un acquisto che Salerno non conosceva e che oggi si trova costretto a presentare. Fa buon viso a cattivo gioco: «Il ragazzo ha giocato in Bosnia e parecchie partite nella sua Nazionale, non viene dalla terza categoria, ha alla sua esperienze importanti anche se non ha l’abitudine al calcio italiano. Ma le doti ci sono, è forte fisicamente e sta velocemente affinando la parte tattica». Con l’aiuto di un traduttore Toni Sunjic si racconta così. «A Napoli potevamo anche prendere 3 punti ma è andata bene e sono felice di avere debuttato nel finale. Titolare col Crotone? Mi sento bene, sono pronto a giocare dal 1′ anche se non dipende da me ma dall’allenatore. Sono a posto sul piano fisico, e non so perché in Germania dicano il contrario. Mi sono ambientato facilmente, mi aiuta la compagnia degli amici dei Balcani con cui condividiamo la stessa lingua. In Italia ci si allena molto sulla parte difensiva, in Germania il gioco è propenso più all’attacco. Non parlo ancora italiano ma ho già imparato le parole principali che servono sul campo ed ora ho preso un insegnante. La situazione di classifica è difficile ma possiamo ancora farcela. I miei idoli? Cristiano Ronaldo in assoluto perché nonostante abbia vinto tanto, continua a cercare di migliorarsi. Nel mio ruolo mi ispiro a Sergio Ramos». E come lo spagnolo non disdegna di segnare ogni tanto: «Non è strano per me buttarmi in avanti – ha spiegato Sunjic – a Stoccarda in 12 giornate avevo già realizzato 2 gol, 3 li ho fatti nella scorsa stagione. Ci proverò anche a Palermo ma sono difensore e tendo prima a evitare i gol dell’avversario»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.