L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si è soffermato sul Chievo e sulle vicende legate al Tar e Consiglio di Stato.
Luca Campedelli va al Consiglio di Stato dopo il no ricevuto dal Tar del Lazio con un dispositivo severo: “Il mancato rilascio della Licenza e la conseguente non ammissione al Campionato di serie B è motivato dal mancato versamento dell’IVA dovuta, relativa ai periodi di imposta 2014-2018, per i quali al 28 giugno 2021 la società risultava decaduta dal beneficio della rateazione”.
Alla stessa data, termine perentorio per garantire il regolare svolgimento del campionato “la società ricorrente non risulta né avere assolto agli obblighi fiscali maturati dal periodo di imposta 2014 al 2018, né avere depositato atti di transazione e/o rateazione del debito, ovvero atti provenienti dal soggetto creditore attestanti la regolarizzazione della situazione debitoria, ossia atti idonei a garantire con certezza le menzionate esigenze”. Il Tar ha ritenuto che la decisione del Collegio di garanzia “sulla scorta di quanto osservato e della rilevata contraddittorietà tra le affermazioni della ricorrente in ordine alla simultanea condizione di equilibrio finanziario e di temporanea obiettiva difficoltà, appare conforme alla normativa di cui al Sistema delle Licenze Nazionali e comunque non irragionevole”.
Appuntamento al Consiglio di Stato – il 26 agosto – per le speranze residue del Chievo che comunque non scarta la soluzione estrema della Corte di Giustizia Europea ma niente campionato in sovrannumero, nessun margine per una rivoluzione. Le istituzioni locali, a Verona, si mobilitano per ottenere la Serie D: una missione che potrebbe essere affidata anche a importanti ex del Chievo, su tutti Sergio Pellissier, pronto a prestarsi alla causa. Ma la situazione è in divenire. Il sindaco di Verona, Federico Sboarina, attende di capire se e come attivare l’articolo 52 delle Noif per predisporre il bando.