L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle parole di Mancini per la mancata convocazione di Zaniolo.
In tempi senza più maestri desiderosi di insegnare, o di allievi pronti a farsi prendere per mano nei sentieri della vita, Zaniolo ha sempre avuto la fortuna di trovare in Roberto Mancini un padre calcistico. Un uomo pronto a valorizzarlo quando nessuno avrebbe forse scommesso sul suo conto. Un allenatore deciso anche nel punirlo, se necessario, per smussarne gli spigoli del carattere. Il Ct ha convocato Nicolò in Nazionale quando ancora non aveva neppure esordito in Serie A.
Ecco perché ha fatto rumore l’esclusione di Zaniolo dalla lista per la Final Four di Nations League. Il calciatore della Roma sta tornando ad alti livelli e ha un giocato un derby da assoluto protagonista. Ma proprio nella stracittadina si è rivolto ai tifosi della Lazio con un gestaccio e in tanti hanno pensato a una mancata convocazione per questioni disciplinari. A margine dell’evento “Stili di vita scorretti: l’alleanza tra medicina e sport”, il tecnico ha dato però un’altra versione: «È stata una scelta tecnica. Non è vero che non l’ho chiamato per il gestaccio, ma deve fare attenzione. Questi errori si fanno purtroppo quando si è giovani, ma un calciatore che ha un grande futuro non deve farli». Per tentare l’assalto alla Nations, il Ct ha dunque puntato sugli eroi di Wembley. In particolare – nel ruolo di “Nico” – su Berardi, Chiesa, Bernardeschi e Insigne. Rispondendo poi a una domanda sull’ipotesi Chiesa centravanti, Mancini ha detto che «potrà fare qualsiasi ruolo nella zona offensiva».