Corriere dello Sport: “Nicole Tedino tifa rosa: «Avevo predetto a papà che sarebbe diventato il tecnico dei siciliani. E’ l’uomo giusto per ritornare in A»”
“La chiama: «la mia favola». Quella del predestinato e dell’indovina. Una magia, un battito del cuore che si trasforma incredibilmente in realtà. Nicole è la figlia di Bruno Tedino, allenatore del Palermo da pochi giorni. Un destino che solo lei, nata a Pordenone, singolare e accesa tifosa del Palermo, aveva previsto. Un brivido, nato 10 anni anni fa con la complicità del fratellino Giovanni, trasmesso a papà Bruno l’ultimo giorno di A. Il Palermo batte l’Empoli ma è già retrocesso, Niki: « … Siamo nel divano di casa, io, mio fratello Giovanni, 13 anni, Sabrina la mamma, e papà. In quattro a seguire la “mia” squadra. Mi giro: Vedrai, papà, il Palermo ti chiamerà. Non so da dove mi sia venuta e dire che erano ancora in corso i play off del Pordenone per la B! Fatalità, eccolo a Palermo». Ventidue anni, ariete, «testarda, ho un caratterino e voglio avere sempre l’ultima parola», parla della sua passione. «Una figlia di solito segue i colori del padre. Il nostro è un cuore costretto ad innamorarsi più volte. Quando si cambia ne lasciamo un pezzettino. A Pordenone non sono mai andata allo stadio. Il Palermo invece è esploso dentro di me. Quando ero piccolina, Giovanni mi sgridava: tu sei una bambina, le bambine vestono rosa e allora devi tifare Palermo. Per me esistevano solo Milan, Inter, Juve … Giovanni mi chiamava: «Niki, Niki! Quella, quella …» e indicava in tv le maglie rosanero. Me l’ha ripetuto tante volte che da anni seguo solo il Palermo. I miei idoli? Miccoli in testa, poi Dybala, Cavani, Pastore». PAPA’. Severo e pazzerellone. Papà calciatore, Giovanni nell’orbita dei “saranno famosi” nell’ex squadra del genitore. E Nicole? «Anch’io ho giocato, ero brava ma ho cominciato tardi. Mi piaceva fare gol, il calcio di papà, che non mi avrebbe scelta, lui ama chi ha dentro il fuoco sacro. Così, ci divertiamo in giardino, qualche scambio, mi piace dribblarlo e non è facile. Lui era fortissimo, ha smesso giovane per un incidente. A casa legge, studia, guarda video, annota, insomma un computer. Il nostro rapporto è straordinario, ha valori morali come semplicità e amore per la famiglia. Non c’è risultato che venga prima di noi». FUORI DI TESTA. Tutta suo padre meno che nel carattere: lei “fuori di testa”, il sogno di insegnante di pedagogia nel cassetto, le moto e le auto più del basket i suoi hobby, Valentino Rossi o Vettel più di Messi o Stephen Curry; lui “preciso, , tranquillo”. «Ma non sempre, una volta in Toscana uscimmo scortati dalla polizia e litigò con i tifosi. E nella vita privata è un po’ pazzerello. Da tre anni sono in un negozio di abbigliamento, cerco di aiutare il cliente a trovare la sua dimensione come papà quando inserisce un calciatore nella rosa. Lui lavora col pallone io con gli specchi». E Giovanni? «Il calcio è la sua vita, piuttosto che studiare preferisce allenarsi. Papà a casa lo aiuta come fa in campo con i suoi giocatori ma non interferisce con i tecnici. A ciascuno il suo: Giovanni lotta per la carriera, papà per riportare il Palermo in A. Magari senza play off…».”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.