Corriere dello Sport: “Nestorovski il principe di Palermo: i bagni a Mondello, la villa con piscina, le coccole alla figlia Irina e i giochi con la macchina di Topolino”

“Benvenuti nel mondo di “Irinaland”, la regina di casa Nestorovski. Lui padrone del gol, lei della sua vita. L’unica che possa competere con lo spirito libero di papà Ilija, scusate “Tatà”, venti mesi, proprietaria di un fantastico e disordinato parco divertimenti costruito nel salone di una villa nel cuore della Mondello più chic, Fondo Anfossi: guardiano all’ingresso, sbarre che si alzano a comando, chilometri di verde, palme, piscina. Per Ilija il massimo della goduria tra cielo azzurro, caldo e tuffi invernali anche a mare. Il paradiso. Ovviamente quando può. E il “quando” non si riferisce a Diego Lopez, meglio non solo agli allenamenti, ma alle esigenze di Irina che non vuole sentire ragioni. Sveglia se capita alle cinque, e allora giù dal letto sul tappeto, la stanza che diventa un parco giochi con pupazzi e bambole, la macchina di Topolino e un cane di stoffa; poi la pappa sempre con Tatà che muove le posate come aeroplani della pattuglia acrobatica che atterrano dentro la piccola bocca; e se splende il sole, fuga in spiaggia, altrimenti classica passeggiata in centro. Fino all’ora della nanna nella quale spesso le parti si invertono. Stremato, Ilija dorme e Irina lo coccola. A giugno arriverà il re. Nome da decidere, comunque la coppia voluta. Martina, la moglie, andrà via prima che il pancione diventi un pallone. Nestor farà avanti e indietro. Le tradizioni di famiglia vanno rispettate. Intanto, l’orgoglio di nascere a Prilep. E poi… E’ maschio? Allora avanti con il calcio. A casa Nestorovski, altri sport sono da femminucce.

IL MODO DI COMINCIARE UNA GIORNATA NEL MIGLIORE DEI MODI Toglietegli tutto ma non la tazzina di caffè. Colazione? Dipende da come si sveglia. Comunque, quello che capita: toast, corn flakes con latte, cornetto. I giornali li legge sul cellulare. I giudizi negativi? Parte del gioco. Poi allenamento o… Una delle mete preferite è la Conca d’Oro, l’ipermercato di Zamparini, nel popolare quartiere Zen. E se è il caso tutto il giorno fuori, senza fare notte perché la sveglia di Irina non fa sconti. Discoteche e ballo dimenticati, ora si dorme per recuperare. Al bar non troppo spesso e con i compagni balcani: Trajkovski, Posavec, Andelkovic, Rajkovic, Sunijc, Chochev. La moglie non è una grande cuoca, almeno così spettegola Ilija, perfetta invece come insegnante di inglese, e lui l’aiuta mangiando quello che c’è: pollo con patate, insalata, pizza, pasta di tutti i tipi meno che con pesce. Unica nota stonata per uno che vive a contatto con il mare.

LA FAVOLA DI CHI NON VUOLE ASSOMIGLIARE A RONALDO E MESSI Prilep è una cittadina piccola, «la più bella del mondo perché ci sono nato io», il cordone ombelicale dal quale non si stacca, il profumo delle collinette, i pub, le discoteche. E il bar che, quando segna, offre caffè gratis. Su Prilep scherza sempre. «Venite a vedere la città del più grande attaccante del mondo…». Nestor si diverte, è uno che ce l’ha fatta. La vittoria di un ragazzo fin troppo spontaneo e naturale che valuta la felicità sulla scorta delle cose che gli piacciono non delle mode o del lusso, che non vuole assomigliare a Messi e Ronaldo, che non sogna il Real Madrid o il Barcellona. Gli basta essere se stesso. Cioè: «Io sono Nestorovski». Poi famiglia, l’amore di Martina, portare sulle spalle Irina, segnare sempre e sognare di diventare capocannoniere in uno dei campionati più importanti d’Europa. Poco importa che sia l’Italia, la Spagna o l’Inghilterra. Ilija è un cittadino del mondo, la vita lo ha accontentato: Prilep il suo nido, moglie meravigliosa, figlia magica, mare, popolarità, ricchezza, gol e fama il massimo che si possa desiderare. Solo la panchina è da evitare. Meglio, dunque, Palermo, Crotone o Empoli da titolare che riserva nella Juve. Sarà vero? O fa parte delle sue spacconate?

L’AMORE TRA LA STUDENTESSA E IL DONGIOVANNI MACEDONE Papà Goran, impiegato statale, lavora come manutentore in un liceo. Qualunque cosa si rompa, da un rubinetto al computer, chiamano lui. Lo stesso fa “Ile” a Mondello. Mamma Giordana è in una fabbrica di vestiti. Natali, la sorella più piccola, fidanzata. Una famiglia che si arrangia senza vergogna. L’amore di Ilija con Martina il frutto di un lungo e duro inseguimento. Ora Martina lo chiama “Mio amore” o “Sole”, che poi è la stessa cosa perché in macedone Sonse, sole, è come dire ti voglio bene. E lo inonda di messaggi d’amore. Ma al primo impatto gli chiuse la porta in faccia. Da capire se il soprannome “maestro” sia nato nel chiuso dello spogliatoio per i tanti gol o dalla sua straordinaria conquista amorosa. Lei seduta con amiche in un pub nella zona vip, lui dietro al separè cercava di conquistarla con il fascino del calciatore, del bel ragazzo, del telefonino ultimo tipo. Galeotti gli sguardi. Se gli chiedete come mai Martina, bella, colta, laureata, abbia scelto lui vi risponderà perché intelligente, divo del calcio e, soprattutto, figlio di buona donna…

SCUOLA, PRIMI PASSI A CALCETTO, AMICI, PORTIERE PER NECESSITÀ La scuola, fino al ginnasio, più per fermarsi con gli amici nel campetto di cemento o nella palestra coperta. Primi passi a calcetto, tecnica che gli è servita per esplodere in A. E correva, correva senza mai fermarsi. Nato per il gol? Pur di giocare diceva che era portiere. Per questo, se suo figlio farà il calciatore dovrà scegliere un altro ruolo, cioè attaccante. Ilija cominciò a segnare a sette anni nella scuola calcio, poi passò nel Pobeda, strana squadra che rimediò otto anni di squalifica dalle competizioni europee in una vicenda di calcio scommesse. Vivere da star? Non fa per lui. Anzi si complica l’esistenza per sentirsi palermitano. Come quella volta che uno scherzo ad un automobilista, un getto d’acqua dalla sua bottiglietta, si trasformò in inseguimento fino al centro sportivo per fortuna concluso con scuse e abbracci. Del segno dei pesci, solitamente tranquilli, non ha nulla. E’ piuttosto un coccodrillo matto che ricambia con affetto chi gli vuol bene e con cattiveria chi lo tratta male. Cioè non porge l’altra guancia. Ed in campo pretende di entrare sempre per primo. La dimostrazione di quello che è e che vuole essere. Protagonista. Il numero uno. Qui come altrove. Dalla vita ha imparato che quando la ruota gira non bisogna mai fermarla”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.