Corriere dello Sport: “Napoli, via Giuntoli. C’è l’ex Palermo Accardi in pole per la sostituzione”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Napoli e su Giuntoli che va verso l’addio al club partenopeo.
Per rimettersi a nuovo, dopo essere invecchiata brutalmente, c’è bisogno di un truccatore che somigli quasi ad un mago, un uomo capace di far rifiorire una Signora che ha rughe ovunque, pure nell’anima. Per cancellare le tracce d’un passato mica poi così remoto e lasciare che tra le pieghe della malinconia Madame inserisca una ventata di freschezza, serve un chirurgo plastico o un prestigiatore, un uomo che sappia cosa inventarsi, come uscire dagli equivoci, scansando i rischi d’una ricostruzione (quasi) totale. Per rimettere assieme i cocci, e ce ne sono, ci sarà bisogno di un architetto o un self made man, uno che si è fatto da solo da Carpi sino a Napoli, che ha attraversato il calcio partendo dal basso e che per arrivare in alto, lassù, ha preso il coraggio ed ha stravolto le abitudini o le logiche arcaiche. Cristiano Giuntoli se ne è stato per otto anni nella sua comfort zone – Napoli – diventata adesso un Paradiso, ma dopo uno scudetto vinto costruendo un puzzle abbagliante, il sospetto che un ciclo si stia chiudendo o possa essere giunto in una dimensione irripetibile ha cominciato ad assalirlo quando la Juventus l’ha scosso con una telefonata: si parte sempre da lontano – che dici, ne parliamo? – e però quello è un tarlo o un segnale o persino l’inizio di una storia nuova.
LA SCELTA. Cristiano Giuntoli è stata l’idea, la prima, che la Torino bianconera ha fatto sua, ha tenuto per sé, ha coltivato nelle riflessioni più varie e in un casting apparente, perché la scelta è apparsa istintiva e immediata: chi se non l’audace diesse del Napoli, il regista di cessioni autorevoli – via Insigne e Mertens, Koulibaly e Fabian e Ospina – e lo sceneggiatore del remake dello scudetto che da trentatré anni va in scena in tutto il Mondo con attori protagonisti scovati nelle accademie meno fascinose – un georgiano, un coreano, e divenute star. La Juve ha sistemato virtualmente Giuntoli nei propri uffici, aspetta di capire quali siano i margini per strapparlo a De Laurentiis, perché c’è un contratto da un milione e quattrocentomila euro che scadrà soltanto nel 2024 e, ora che le frizioni di gennaio del 2021 sono state sistemate nel sottoscala, non sarà poi semplice stracciare quell’accordo in anticipo. Ma la strada è stata tracciata e il percorso andrà seguito ascoltando le indicazioni del Tom Tom.
ACCARDI A NAPOLI. Quando nell’aria s’avverte il venticello di una crisi o semplicemente il desiderio di regalarsi una vita nuova, nel calcio diventa indispensabile comunque prevenire, per non trovarsi costretto a curare frettolosamente l’eventuale emorragia: il Napoli ufficialmente non sa, semmai ha intuito o ascoltato il chiacchiericcio di un microuniverso nel quale c’è sempre un amico che spiffera un’anticipazione, e quindi ha dato un’occhiata in giro, si è informato ed ha cominciato a interrogarsi. A De Laurentiis è piaciuto tanto l’Empoli, lo ha ammirato talmente che ci è andato ripetutamente a spendere negli anni, ci ha preso Tonelli e Valdifiori, poi Di Lorenzo che è diventato un simbolo dello scudetto, e Spalletti e Sarri là sono cresciuti, vorrà pur dire qualcosa: è terra fertile, in cui germoglia il calcio e c’è un humus nel quale s’è formato Pietro Accardi, quarant’anni, ex difensore che poi ha scelto da grande di diventare dirigente, diesse di una fabbrica di campioncini da esportare ovunque, Napoli compreso.