“E’ il calcio, diabolico e imprevedibile: e quando Napoli-Palermo finisce, ed è 1-1, c’è la dimostrazione limpida che nulla è scontato, che c’è un Davide per qualsiasi Golia. I numeri avranno pure un’anima, ma scivolano via nel retrobottega di una serata che il Napoli si porterà appresso con rabbia e al Palermo invece lascerà l’orgoglio di chi non mollerà un millimetro. E’ 1-1, dentro una gara pazzesca, in cui Posavec prima fa il fenomeno e poi si smarrisce con uno strafalcione: la rappresentazione d’un paradosso, che è Napoli-Palermo.
CLAMOROSO. C’è un tempo, e dura novanta minuti, in cui la logica crolla miseramente, come una vaso di cristallo calpestato da un elefante: il Napoli è il padrone del campo, tiene il pallone praticamente per sé, sistema il Palermo nella propria trequarti, lo circonda, l’assedia, se ne va nello spogliatoio incredulo per quell’1-0 costruito da un cross dolcissimo di Rispoli, da destra, e dallo stacco secco di Nestorovski, che strappa ad Hysaj lo spazio e il tempo, poi riemerge, pareggia e impreca al vento per non essere riuscito ad afferrare la Roma. C’è un tempo, ed è il primo, nel quale il bunker del Palermo è scheggiato dal ritmo blando del Napoli, che fa intravedere la sua cifra tecnica, però non la irrobustisce d’intraprendenza, né di rapidità di pensiero, men che meno di velocità del suo calcio: diventa difesa (quasi) passiva contro un attacco monocorde, che comunque realizza la solita enorme quantità di palle-gol, per le quali c’è un Posavec che da applausi. E’ sfida nella sfida e a quel «gatto» croato gioca la propria senza paura e con l’aiuto degli dei (7′: Callejon a porta vuota, incredibilmente fuori) o da chi ne governa il suo destino (11′: deviazione di piede su tiro di Mertens, con carambola sulla traversa). Il resto (non) lo fa il Napoli, un po’ pigro, certo pallido rispetto alle abitudini, e comunque capace (24′ ancora Callejon) di sollecitare Posavec o magari Goldaniga e Gonzalez che (32′ e 45′) murano Mertens, che fatica a farsene una ragione.
LA CURA. La quarta edizione del Palermo, quella griffata daòl debuttante Diego Lopez, non può che scegliere il profilo basso, resta incagliato nelle proprie zone del campo, si allunga sugli esterni con Rispoli e Pezzella che vanno, ed approfitta di errori che il Napoli in genere non si concede: è impatto blando, difficoltà a spostare l’avversario, scarabocchi nell’uno-due. E quando Posavec (3′ st) vola, per togliere il pallone dall’incrocio, e quando poi di nuvo Posavec (12′) con manona copre l’altro incrocio su Insigne, s’intravedono i fantasmi agitarsi intorno al Napoli. Le chiamano partite sporche, e forse lo sono per davvero, o lo diventano: i segnali invitanti del campionato – le sconfitte della Roma, quella del Milan, della Lazio -si trasformano in ossessione e il Palermo, rigenerato nello spirito, va ad azzannare con maggior ferocia però subendo. Succede ogni cosa: Sarri butta via ogni freno inibitore (dentro Pavoletti, fuori Jorginho e 4-2-3-1 però con Hasmsik e Zielinski in mezzo al campo) e il Palermo non ha più Trajkovski ma solo la forza di volontà per provare a resiste pure ad un quasi autogol di Henrique e che Posavec, l’eroe, diventi martire (20′) sulla rasoiata di Mertens, lasciata scivolare nelle mani insaponate tra le gambe per l’1-1 che rimescola la serata e la fa diventare incandescente.
UOMO CONTRO UOMO. Il Napoli non si ferma, ma ha smarrito lucidità, però ha nelle gambe la freschezza per pressare, per sostenere Callejon a destra, Insigne a sinistra e Mertens alle spalle di Pavoletti e pure quei due registi così atipici. Ma Posavec ha recuperato se stesso (30′ st) con il colpo di reni sulla randellata dai venti metri di Zielkinski e Chochev (36′) ha persino l’energia per il jolly disperato dai venti metri, sul quale va Reina. E’ un finale per cuori forti e Posavec sente il battico cardiaco accelerato (44′) sul destro di Callejon, stroncato con l’ennesima paratona, mentre Goldaniga (45′) se ne va per fallo durissimo e Insigne e Pavoletti (47′) non trovano il pallone per il ribaltone ad un centimetro dal Paradiso, che diviene l’inferno «dentro». Il calcio eccolo qua“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.