Corriere dello Sport: “Multiproprietà, l’assist a City e United”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma quella questione che riguarda le multiproprietà.

La UEFA ha chiarito i casi di multiproprietà che potevano entrare in conflitto con le regole vigenti: Manchester City e Girona potranno infatti iscriversi alla Champions 24/25 benché il City Football Group controlli, oltre ai citizens, anche il 47% del Girona. In Europa League potranno affrontarsi Manchester United e Nizza, ancorché il gruppo Ineos di Jim Ratcliffe controlli il club francese e abbia un’influenza dominante (attraverso una quota del 25%) sui Red Devils.

Le quote dei club minori (Girona e Nizza) saranno parcheggiate in un blind trust, cioè un organismo fiduciario indipendente con il mandato di gestirle senza rapporti con le proprietà. «Nessuno è coinvolto simultaneamente, direttamente o indirettamente, a nessun titolo nella gestione, amministrazione e/o performance sportiva di più club partecipanti alla medesima competizione sportiva. Nessuno ha un’influenza dominante su più di un club» afferma una nota del CFCB, l’organismo di controllo finanziario Uefa.
I correttivi sono temporanei perché i mandati fiduciari ai blind trust scadranno a luglio 2025, quando occorrerà trovare nuove soluzioni se i club interessati saranno ancora nella stessa competizione. Ineos aveva già annunciato la cessione al trust del Nizza che il gruppo britannico cercherà comunque di vendere.

La multiproprietà nel calcio non è fenomeno recente. Emerse quando la Red Bull creò il Lipsia, nel 2009, dopo avere già acquistato il Salisburgo. Tollerato dall’Uefa con un certo lassismo, il caso aprì una breccia alla creazione di strutture multiproprietarie. Poi fu il mercato a spingere fortemente in questa direzione, senza che i regolatori potessero farci molto. I vantaggi della multiproprietà risiedono soprattutto nella gestione di un parco giocatori allargato, grazie a club satelliti che fanno da vivaio al club maggiore, o perché la creazione di un mercato “interno” gestito dalla holding può incrementare (qualcuno dice: artificiosamente) il valore dei calciatori. Altri vantaggi sono nella centralizzazione della gestione degli sponsor o nella diversificazione finanziaria del rischio di oscillazione delle prestazioni sportive. Esattamente come fa un investitore che diversifica il portafoglio di investimento per compensare cali inattesi nel valore di un titolo con apprezzamenti di altri.

Il rovescio della medaglia risiede ovviamente nei problemi regolamentari che la presenza di due club appartenenti allo stesso gruppo nello stesso torneo comporta: certamente non aiuta la trasparenza né la regolarità della competizione. Gli organismi disciplinari Uefa hanno analizzato i casi più eclatanti e l’escamotage trovato consente, per ora, di conciliare le diverse esigenze.