“I play off sono fatti di ansia e paura, di tensioni fortissime che una squadra deve saper gestire. Prova a spiegarlo al Palermo chi è già passato da una situazione del genere: Massimo Morgia, l’ultimo allenatore ad aver guidato la squadra rosa in uno spareggio, purtroppo perso
con conseguente promozione sfumata. Ma attenzione. Oggi, sostiene l’attuale allenatore della Nocerina Morgia, le condizioni sono molto diverse. LE SIMILITUDINI. Sono passati quasi 20 anni, stagione 1998/99. Le somiglianze di quella stagione con la attuale sono impressionanti, la diff erenza enorme ovviamente è la categoria: quel Palermo era in C1, costruito addirittura per la C2, affi dato a Morgia appena promosso con il Marsala, poi ripescato in piena estate. Ma le premesse incerte si erano trasformate in improvviso entusiasmo: squadra sbarazzina e piena di giovani, allenatore atipico ed emergente. Palermo campione d’inverno che poi visse una fl essione nel ritorno fi nendo sorpassato dalla Fermana e sprecò la promozione diretta (in serie B andava solo la prima classificata) proprio nelle gare interne, pareggiandone quattro delle ultime cinque. Esattamente come oggi! I rosanero arrivarono delusi ai play off contro il Savoia, persero la gara di andata in trasferta e il ritorno in casa fu quasi uno psicodramma: nuovo scivolone per 1-0, in serie B andarono i campani che vinsero anche la fi nale sulla Juve Stabia. IL RICORDO. «E’ un ricordo ancora forte e doloroso – racconta Massimo Morgia – qualcosa di simile mi è appena successo anche quest’anno. Ho perso i play off con la Nocerina (serie D) e dico che a me questa formula non è mai piaciuta perché alla fi ne non premia veramente i migliori, ma piuttosto chi applica strategie. Prendiamo l’avventura col Palermo: il Savoia che ci batté era fi nito dietro di noi, ma nel fi nale di stagione fece di tutto per arrivare ai play off mentre noi ci giocavamo la promozione diretta. Così loro aff rontarono quella partita con una condizione psicofi sica del tutto diversa». Il Palermo perse la sfi da prima sul piano mentale e solo dopo in campo: «In partite del genere contano ovviamente pure gli episodi. All’andata al San Paolo perdemmo per un rigore discutibile, al ritorno giocammo di fronte a 20.000 spettatori ma non c’eravamo con la testa. Non reggemmo alla pressione, dopo un’ora eravamo rimasti in nove». TRASMETTERE FRESCHEZZA. Come si fa ad allentare la tensione e a presentarsi con la testa sgombra? Morgia indica una strada: «Palermo è una grande piazza che allo stesso tempo ti dà tantissimo in quanto a stimoli, ma per contraltare ti mette addosso un obbligo di vincere che può diventare un peso molto gravoso. Il problema, arrivando ai play off dopo aver sognato i primi due posti fino alla fine della regular season, sta nel portarsi dietro la delusione e disperdere energie mentali. Da questo punto di vista, il Frosinone sarà ancora più penalizzato dei rosa. Ma nel Palermo di oggi – continua il tecnico Morgia – vedo due vantaggi rispetto alla mia esperienza: la prima è Stellone, che è arrivato da poco e può trasmettere un entusiasmo diverso. E poi la società è strutturata in maniera importante, mentre quel Palermo era a conduzione familiare. La città farà la sua parte riempiendo lo stadio e trascinando i giocatori». Morgia si conferma controcorrente con un’altra analisi acuta: «Uomini decisivi? La diff erenza la possono fare i giovani che giocano più spensierati, penso a La Gumina ad esempio. Se cancella rimpianti e paure, il Palermo stavolta ce la può fare»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.