L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Mondiale in Qatar al via da oggi.
Se è stato solo un sogno, caldo e discusso, è arrivato il giorno in cui l’emiro Al Thani farà i conti con la verità. Dopo 12 anni di attesa, tra le polemiche che ieri il presidente Infantino ha cercato di smantellare, il Qatar apre la vetrina mondiale con l’obiettivo di dimostrare le capacità più ordinarie di una squadra: saper giocare a calcio. L’esordio con l’Ecuador, che sarà preceduto dalla cerimonia inaugurale ideata dall’italiano Marco Balich, è essenzialmente un test di adeguatezza. Sotto il profilo dell’accoglienza preventiva, il Paese si è dimostrato quasi perfetto.
All’aeroporto, per superare i controlli doganali, si impiegano due minuti di orologio. I bagagli arrivano prima che tu te ne accorga. E all’esterno, migliaia di autisti Uber sono pronti a scarrozzarti ovunque in tempi rapidi per cifre abbordabili, senza i temuti problemi di traffico fuori dalla Corniche, la passeggiata sul golfo che è anche la parte più suggestiva di Doha. Il media center poi è un parco giochi, grandissimo e servitissimo. Ma oggi, almeno oggi, tutto questo conterà poco. Il Qatar deve svelare se il suo debutto assoluto abbia anche una dignità tecnica.