Corriere dello Sport: “Mirri: «Futuro? Comunque sia il Palermo sarà promosso»”
L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” riporta le dichiarazioni di Dario Mirri, presidente del Palermo, nei confronti di Renzo Barbera: «Per me Renzo è IL Presidente. Tutti gli altri, non siamo che custodi temporanei di un bene collettivo. Quello di oggi è di certo un mondo completamente diverso da quello in cui ha vissuto mio zio. Ma ancora adesso molto di ciò che lui è stato rimane un punto di riferimento imprescindibile, almeno per me. Non è detto che il Passato non possa essere un riferimento per le generazioni future, anzi! Mi riferisco in particolare alla sua capacità di creare un intero sistema di valori attorno a una squadra, una società, un’azienda. Per lui i giocatori, ma anche molti tifosi, erano gente “di famiglia” e attorno a questi rapporti umani, si può sviluppare oggi uno straordinario progetto imprenditoriale. La stessa attitudine affettuosa che come amore filiale dedicava ai figli Giuseppe, Ialù e Ferruccio, ed oggi si riflette sul nipote Lorenzo, la si poteva vedere nei confronti di collaboratori e calciatori. Questa lezione, questi valori, li porto sempre con me e cerco di farmi guidare dal suo esempio. Indimenticabile quando, dopo l’ingiusta sconfitta a Roma per la nostra prima finale di Coppa Italia, volle comunque premiare i nostri giocatori, esattamente come se avessimo vinto. Sono tempi difficili e per questo, in quest’ultimi mesi, ho preferito rivolgere il pensiero in silenzio a tutti i medici e le persone che stanno combattendo la guerra contro il virus, piuttosto che rilasciare considerazioni sul futuro sportivo delle competizioni, come altri presidenti nelle ultime settimane, magari seppur in serie A, hanno sentito il bisogno di fare, evidentemente in modo solo interessato alle proprie egoistiche necessità di classifica. Ora che si comincia finalmente a intravedere un po’ di luce, e speranza, è giusto soffermarsi sull’immediato futuro. Noi siamo pronti a tutto, accoglieremo e onoreremo le scelte istituzionali come abbiamo sempre fatto, ma dentro di me ho la certezza che tra qualche mese il Palermo non sarà più in serie D. Certo, il nostro desiderio è solo quello vincere tutte le partite sul campo e noi siamo già pronti a partire, in qualsiasi momento. I nostri ragazzi infatti si sono comportati in modo responsabile e li ringrazio, uno per uno. Ma se non ci sarà la possibilità di giocare ancora e completare l’ultimo quarto di campionato, non credo esista qualcuno in tutta la serie D che in questo momento meriti più del Palermo il passaggio di categoria. Per quello che abbiamo dimostrato fin dall’inizio del campionato, non avendo mai abbandonato la vetta della classifica, per la rappresentanza della quinta città italiana, ma anche per la solidità della nostra società, appena nata, capitalizzata e con zero debiti. Una condizione che non possono vantare neanche molte società in Serie A, figuriamoci nel panorama delle società nelle serie inferiori e dilettantistiche, dove abbiamo avuto il piacere in questi mesi di conoscere colleghi, dirigenti straordinari ed appassionati, dotati di uno spirito quasi “di servizio” per il proprio territorio, a fronte però di strutture e impianti sportivi spesso inadeguati. A tale riguardo se mai arriveranno aiuti e sostegno della categoria da parte delle istituzioni, spero che saranno indirizzati proprio solamente agli investimenti per il miglioramento di stadi e campi, non all’altezza delle società incontrate e della passione dei tifosi tutti. Cosa succederà adesso? Nessuno può saperlo con certezza. Ognuno propone una soluzione…noi siamo sereni perché consapevoli del nostro merito e della nostra posizione. Ho sentito qualcuno proporre addirittura i playoff, un’ipotesi quantomeno fantasiosa che comunque, anche volendo immaginarla, in ogni caso non vedo perché dovrebbe coinvolgere il Palermo. Mai nel mondo del calcio – a mia memoria – la squadra prima in classifica ha disputato i play off per la promozione, ma ha sempre avuto il diritto alla promozione diretta. Ad ogni modo, di sicuro, l’intero mondo del calcio cambierà, credo che sarà ridimensionato nei suoi volumi, coerentemente con il mercato globale che si ritrova già adesso ad affrontare una strada in forte salita. La nostra tabella di marcia in ogni caso non cambia: il piano di sviluppo, il settore giovanile, il museo, la polisportiva virtuale, l’e-commerce, e tutto il resto sono tutti percorsi già ampiamente avviati che riprenderanno immediatamente senza che il lavoro profuso fin qui, vada sprecato. Dovremo solo correre più in fretta, ma del resto lo facciamo da quando siamo nati».