L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla serie A e lo fa attraverso le parole di Mihajlovic.
«Sono a Roma e sono rilassato. Pensaci tu, da solo, tanto sai bene come la penso». In altre parole dovrei fare come Cucci con Bulgarelli negli anni Sessanta: si conoscevano bene e da anni e Giacomino si fidava a tal punto del giornalista da lasciargli anche la titolarità delle risposte, non solo le domande. «Poi me la fai leggere e ti dico se va bene» la raccomandazione di Sinisa.
Non se ne parla. Hai suggerito tu all’Asl emiliana di fermarvi? «Io volevo giocare».
Proprio come il tuo amico Djokovic. «Le regole sono regole e devono essere rispettate, ma… ».
Ma cosa? «Questione spinosa. Secondo me sono stati gli organizzatori i primi a sbagliare. Avrebbero dovuto attenersi alle indicazioni del governo, rispettando la legge e evitando di garantire a Nole la presenza nel torneo. Se è partito per l’Australia vuol dire che qualcuno gli aveva assicurato che c’erano le condizioni per concedergli l’esenzione. Per come la vedo io, Djokovic è la prima vittima, non il principale responsabile di questo casino. Penso inoltre che tutto andasse risolto internamente, tra lo Stato di Vittoria e il governo centrale, ridicola la messinscena del numero uno del tennis mondiale che rimane bloccato nell’hotel dei rifugiati… Certo, quello è che successo potrebbe anche avere acceso una luce sulla condizione dei rifugiati, che non mi sembra il massimo. Ripeto, le leggi si rispettano. Così facendo, hanno trasformato Nole nel paladino dei no vax».
Lui, peraltro, si è sempre dichiarato contrario ai vaccini. «Io sono per la libertà di scelta, che però può comportare degli effetti anche spiacevoli».
Spiegati meglio. «Da noi Sansone non voleva vaccinarsi. Nessuno lo obbligava. Tuttavia, se il regolamento impone le tre dosi per giocare o le fai o stai fuori. Io dico che devono vaccinarsi tutti, ma dopo la terza dose eliminerei i tamponi. La terza dose riduce Omicron a poco più di un’influenza, lo ripetono gli esperti ed è nei fatti, e se hai l’influenza stai a casa fino a quando non passa, non puoi condannare gli altri a fare lo stesso».
Quando ho letto il post di Sansone, non nego di aver pensato a te, visto quello che hai p assato. «Al Bologna ho dieci positivi, hanno fatto tutti la seconda dose e tra lunedì e martedì era programmata la terza. Ma mi è stato comunicato che martedì recuperiamo. Con il Cagliari che non ha le coppe. Perché tutta questa fretta? Non alleno i miei da una settimana, lavoro solo con dei primavera, alcuni titolari sono in isolamento fiduciario. Chi metto in campo e in quali condizioni? Che campionato è mai questo? Come si può parlare di regolarità? Capisco l’emergenza, la confusione anche, ma non è accettabile che si proceda sempre a vista».
Indica tu la soluzione. «Quindici giorni fa ho avuto la febbre, ma ho più di 7.000 anticorpi e al molecolare sono risultato negativo. La soluzione, lo ribadisco, è la terza dose, questa la mia opinione».
Il Mihajlovic degli ultimi due anni è il migliore di sempre? «Le esperienze, gli anni e il lavoro aiutano a crescere, io mi aggiorno in continuazione, e studio, ma nelle squadre in cui ho lavorato ho sempre dato e ottenuto il massimo possibile. A volte sono stato mandato via, altre me ne sono andato io. Ma ho sempre fatto meglio di chi mi aveva preceduto e anche dell’allenatore che mi ha sostituito. Non ho mai capito perché il Milan mi abbia esonerato: ero quinto o sesto e in finale di Coppa Italia. Con quella squadra, che del Milan portava solo il nome, non si poteva fare di più. La stagione seguente ne cambiarono nove su undici. Unici sopravvissuti, quelli che avevo lanciato io, Donnarumma e Romagnoli».