Corriere dello Sport: “Mancini «Voglio vincere il Mondiale. Dobbiamo ripartire dal gioco e Palermo ci aiuterà»”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle parole di Roberto Mancini in conferenza stampa in vista del match contro la Macedonia.
Guarda il murales, uscendo dall’aula magna di Coverciano, e indica lo spazio vuoto dopo le figure di Valcareggi e Pozzo. L’ideale sarebbe riempirlo con una Coppa del Mondo. È solo un attimo, l’unico in cui Mancini riesce a concedersi un sorriso vero, non tirato, dopo l’incontro con la stampa. Il suo affresco, da campione d’Europa, apre la galleria ed è stato dipinto durante l’estate accanto a Lippi e Bearzot, ma la vita di un ct passa anche attraverso l’ingratitudine. Se n’è accorto negli ultimi mesi nonostante i record, appena una sconfitta in tre anni (con i fuoriclasse della Spagna), due rigori falliti da Jorginho e un regolamento assurdo che costringerà una tra Italia e Portogallo a non volare in Qatar. Eppure un lampo attraversa i suoi occhi da visionario, gli stessi che ci avevano proiettato dentro il sogno di Wembley. È convinto di poter scrivere con il gruppo azzurro un’altra pagina di storia a dicembre, a patto di superare le prossime due partite. Non ci voleva l’intoppo dei playoff. Ora servirebbe una primavera piena d’azzurro per spazzare via l’incubo della possibile eliminazione che ci terrebbe fuori dal Mondiale sino al 2026 per un totale di dodici anni. Sarebbe un’apocalisse. «A questo scenario ci pensate voi. Io penso a quello opposto, sperando si possa realizzare. Dobbiamo essere positivi, sapendo di avere basi solide. Noi pensiamo possa andare tutto bene. Non saranno due partite semplici, è chiaro, ma non dovevamo neanche esserci viste tante situazioni capitate. Lo sport e il calcio sono fatti così, a volte ci possono essere delle sorprese».
TITOLO . Ci aggrappiamo agli ultimi successi italiani, da Jacobs alla Ferrari, per sperarne di venirne fuori. Mancini, alzando la posta, ha rinviato l’accostamento. «La scorsa estate abbiamo iniziato noi e speriamo di seguirli, ma il bello verrà tra novembre e dicembre. Ora ci aspettano queste due partite e una settimana di passione, poi ne riparleremo». L’appuntamento vero è fissato all’inizio del prossimo inverno. Così il ct è uscito in dribbling. «Il nostro obiettivo è vincere il Mondiale e per riuscirci dobbiamo vincere le prossime due, gli altri discorsi non contano. Dobbiamo andare in Qatar». Allo stesso modo ha minimizzato la battuta velenosa di Gravina, dedicata ai gufi appollaiati intorno a via Allegri. «Sono ovunque, ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma non lo vedo come un grande problema».
FIDUCIA . Le certezze risiedono nello spirito costruito in tre anni e nel gioco, meno scintillante solo nelle ultime uscite. La preparazione è diventata mentale. Ha visto i giocatori, facendo il giro d’Italia negli ultimi due mesi. Ci ha parlato tanto al telefono. «Preoccupato per Donnarumma? No. Gigio meglio averlo con noi e non contro». Stesso discorso per Insigne. «Non è nelle medesime condizioni fisiche dell’Europeo, ma possiede qualità e qui si può tirare fuori anche altro. Può sopperire». Conteranno le motivazioni e così ha custodito l’integrità del gruppo, assegnando a Joao Pedro il posto che poteva essere di Balotelli. «Siamo tanti, non potevo chiamarne un altro. Ho dei giocatori di cui mi fido. Lasciarne uno a casa dispiace, che si tratti di Mario, di Calabria o di Bernardeschi. Joao può fare la seconda punta o l’attaccante esterno, ci sono state valutazioni tattiche. Ho cercato di portare quelli più utili, sapendo che non c’è spazio per provare cose nuove. La base sarà quella dell’Europeo». E allora dovremo ritirare fuori certe qualità. «Resto fiducioso, perché so di avere dei bravi giocatori. Hanno costruito dal niente una vittoria all’Europeo, quando nessuno ci credeva, e sono riusciti a formare una squadra straordinaria. Certi risultati sono arrivati perché si partiva dal gioco. Bisogna ripartire da quanto abbiamo realizzato anche se non ci garantisce la possibilità di andare al Mondiale e in 90 minuti può succedere di tutto».
MACEDONIA . L’Italia è in buona parte la stessa del novembre 2017, quando venne eliminata dalla Svezia. Mancini ha indicato il modo per tenere distante la paura. «Certe emozioni o sensazioni ci possono anche stare o rimanere in testa. Mi sembra normale. Siamo umani, ma la cosa a cui bisogna pensare è la più recente, ovvero quella realizzata a luglio». Durante lo stage di gennaio, ha chiesto allo staff di preparare video solo sulla Macedonia. Spostare il focus su Portogallo o Turchia sarebbe stato un errore. «Tutti la danno per scontata, ma penso ci attenda una partita complicata. Palermo ci aiuterà, ne sono sicuro. Concentriamoci su giovedì. Dovremo pensare a fare le cose migliori subito, poi penseremo alla finale. La tempistica penso sia più favorevole dal 25 al 29 marzo piuttosto che dalla domenica di campionato a giovedì. Oggi neppure posso allenare chi ha giocato ieri» s’è lasciato scappare il ct, decisissimo a evitare polemiche per il mancato rinvio dell’ultimo turno di Serie A. Meglio capire e sapere se Chiellini scenderà in campo a Palermo o se preferirà puntare sul 29. «Valuteremo se potrà giocare le due partite. Probabilmente no, ma conosce bene il suo fisico e sa quello che può dare. Decideremo insieme».