“Il giorno dopo l’amarezza per quell’offesa che Maurizio Sarri gli ha urlato tre volte con rabbia («Frocio di m…, finocchio di m…, frocio di m…» accompagnata anche da un gesto con la mano) non è sparita e Roberto Mancini è rimasto talmente sconcertato e disgustato per l’accaduto che medita di evitare almeno per un po’ i contatti con la stampa. «Quelle frasi non hanno offeso me ma tante persone che vengono prese in giro e soffrono tutti i giorni per queste battute» ha detto il tecnico che non vuole tornare sull’argomento. L’aria del calcio inglese dove gli allenatori a fine partita bevono insieme e, lontano da occhi indiscreti, parlano della partita gli manca. Da un anno e qualche mese ha ritrovato il calcio italiano e alcuni aspetti negativi relativi agli atteggiamenti degli arbitri e alla lunghezza delle interviste post partita certo non gli mancavano. Adesso alla lista si è aggiunto anche il comportamento di un collega con il quale non aveva avuto precedenti discussioni, ma che anzi stimava per il lavoro svolto nella sua carriera. NON LO ACCETTO. Il telefono di Mancini ieri è stato rovente tutto il giorno e gli sono arrivate chiamate e sms di sostegno e di solidarietà da parte di amici, colleghi e tante persone del mondo del calcio. Qualcuno ha anche scherzato su quell’offesa che Sarri gli rivolto, ma il Mancio di sorridere non ne aveva per niente voglia. In mattinata ha diretto l’allenamento ad Appiano Gentile in un clima disteso perché l’affermazione di Napoli ha portato una ventata di entusiasmo a una squadra che ne aveva tremendamente bisogno e poi dopo pranzo se n’è andato via dalla Pinetina, deciso a staccare la spina e a trascorrere un pomeriggio insieme agli amici. Lontano dai veleni del caso Sarri. Mancini non si aspettava un’offesa del genere, così personale, così omofoba, così discriminatoria. Se il tecnico del Napoli avesse usato parole anche più offensive, ma non tanto discriminatorie, probabilmente avrebbe soprasseduto, lo avrebbe considerato “una cosa da campo” e non avrebbe fatto il suo sfogo davanti alla tv denunciando l’accaduto. Quel «frocio di m…» che gli è stato urlato con rabbia, dopo che l’ex allenatore dell’Empoli aveva insultato anche il team manager Romeo reo di aver chiesto lumi al quarto uomo Di Bello sui 5′ di recupero assegnati, non gli è andato giù. Perché il Mancio, a mente fredda nel dopo partita, si è immedesimato anche in tanti omosessuali che vengono discriminati ingiustamente per la loro scelta. E ha alzato la voce. NIENTE QUERELA. Mancini avrebbe la facoltà di querelare Sarri. L’azione legale sarebbe “semplice” perché di fatto il tecnico del Napoli ha confessato, chiedendo scusa, l’offesa. Al momento però l’allenatore nerazzurro non intende dare lavoro agli avvocati anche se, per legge, avrà 90 giorni di tempo per prendere una decisione definitiva. Di procedimenti del genere, che nel nostro ordinamento giuridico si protraggono negli anni, sono piene le aule e portano a modesti risarcimenti economici. Siccome Mancini di tutto ha bisogno tranne che di soldi e siccome dovrebbe anche chiesere l’ok della Figc per andare avanti penalmente, ha intenzione di chiudere nel minor tempo possibile questa vicenda. Come? Semplicemente non parlandone più. Sarri gli ha fatto le scuse a modo suo, quando il tecnico nerazzurro è andato ad affrontarlo nello spogliatoio del Napoli pochi minuti dopo il termine della partita e il Mancio lo ha apostrofato con «vecchio ca…». Dopo quel siparietto i due hanno parlato con gli uomini della Procura Federale in momenti distinti. Si rivedranno a San Siro a metà aprile per InterNapoli e, c’è da scommetterci, quello non sarà un incrocio qualunque”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.