Corriere dello Sport: “Mancini, Arabia esaudita. Firma fino al 2027, guadagnerà 70 milioni: «Trattato in Italia come il mostro di Firenze…»”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Mancini all’Arabia Saudita.
Settanta milioni sul piatto e l’Arabia è esaudita. Al-Roberto ha firmato, lasciando agli arabi la piacevole sensazione di aver portato via all’Europa un altro simbolo di un calcio che i principi del deserto considerano ormai retaggio del passato. « Dopo aver fatto la storia in Europa è l’ora di fare la storia in Arabia Saudita», promette Mancini nel video diffuso dalla federazione saudita su Twitter. Prima di volare in Arabia, la chiacchierata telefonica con Italo Cucci, direttore editoriale di Italpress: « In Italia mi hanno trattato come il mostro di Firenze…».
Il nuovo mondo di Mancini sono i grattacieli di Tahlia Street, la sabbia che avvolge Riyad generando a volte delle tempeste, il caldo oltre i 50 gradi in una stagione estiva che si protrae fino a ottobre e il palazzo reale nel quale probabilmente il nuovo commissario tecnico della nazionale si recherà nelle prossime ore per stringere la mano al principe Mohammad Bin Salman in persona. Ieri Mancio s’è tuffato per l’ultima volta nel mare di Senigallia, poi è tornato a Roma per sistemare i bagagli e stamattina parte per Riyad. Sulla pista dell’aeroporto Re Khalid, intorno all’ora di pranzo, ci sarà ad attenderlo il presidente federale Al Misehal, influentissimo dirigente molto vicino al numero uno della Fifa Infantino, l’uomo che corteggiò anche Mourinho e che ha chiuso l’operazione col supporto del segretario generale Al-Kassim e su input del governo.
Sì perché dietro l’ingaggio di un allenatore che oggi verrà presentato in grande stile dentro un lussuoso hotel della capitale c’è una volontà politica che va ben oltre il calcio. Gli arabi stanno già costruendo, milione su milione, quello che nei loro progetti diventerà “il miglior campionato del mondo”; ecco, nei loro piani è incluso lo sviluppo di una nazionale che ha già battuto l’Argentina agli ultimi Mondiali e che d’ora in avanti dovrà guidare lo sviluppo del movimento.
Mancini ha firmato fino al 2027, un anno in più del previsto, portando con sé gran parte del corposo staff oggetto di discussione con Gravina. Avrà 8-9 uomini fidati, incluso Evani che era uscito dai quadri Figc. Il tecnico marchigiano guadagnerà 20 milioni all’anno come parte fissa, arrivando a 25-26 inclusi i bonus e diventerà l’allenatore più pagato del Paese (Gerrard all’Al-Ettifaq si ferma a 18 milioni) e il secondo più ricco del pianeta dopo Simeone con 70 milioni netti per tre anni e mezzo. L’esordio sarà a Newcastle l’8 settembre e per il suo mandato avrà tre obiettivi: a breve termine un bel risultato nella Coppa d’Asia di gennaio, a medio termine la partecipazione al Mondiale del 2026 e a lungo termine il successo nella Coppa d’Asia del 2027 che l’Arabia Saudita ospiterà.
Il football del regno arriverà a quell’appuntamento passando da una serie di riforme finalizzate a valorizzare i talenti locali: entro tre anni le rose dei club saranno per il 50% composte da sauditi, un terzo dei quali cresciuti nel vivaio e sotto i 25 anni. Dal Club Italia (gli avevano consegnato le chiavi di Coverciano…) al Club Arabia, dal “rinascimento azzurro” a “vision 2030”, il progetto della famiglia reale che punta a diversificare gli investimenti dell’economia (puntando soprattutto sull’intrattenimento) per fare in modo che il Paese non dipenda più dal petrolio: Mancio avrà una responsabilità enorme, pagata a peso d’oro. Il tempo di una dimissione a ferragosto, che in Figc considerano un tradimento al punto da sostenere che la firma sia arrivata ben prima dell’addio ai colori azzurri, e dalle avances ripetute si è arrivati alla stesura dei contratti.