Corriere dello Sport: “Macedonia-Italia, Ventura: «Più coraggio, siamo azzurri»”

“Nell’etimo dell’antica lingua di questi luoghi, in cui da decenni ci si contende il nome Macedonia con la Grecia, Skopje significa torre di osservazione. Il posto giusto dunque per capire dove sta andando la neo Nazionale di Ventura. Dopo il successo su Israele all’esordio in qualificazione mondiale, è arrivato il fresco pari interno con la Spagna, gravato da una prima ora azzurra in balia dell’avversario. Tre giorni e il ct e i suoi hanno la possibilità di dare un segnale netto. A questa squadra tutti chiedono di ritrovare prima che il gioco e gli uomini giusti il coraggio di essere Nazionale. Ventura ieri ha accettato la sfida, che per altro lui stesso aveva lanciato al J Stadium poco dopo l’1-1 con la Roja: «Mi chiedete se sarà un’Italia più coraggiosa? Mi eccita questo clima intorno a noi… Diciamo così: l’obiettivo è che la squadra cresca partita dopo partita. Ricordate che ad Haifa abbiamo vinto 3-1 con un uomo in meno? Però adesso abbiamo negli occhi la sofferenza della prima parte del match di Torino. E quella non può essere l’Italia! Sono stato io il primo a dirlo. Però ci sono tanti però: c’è stata l’ultima mezzora dove avremmo anche potuto vincere, con due espulsioni mancate…; eppoi non si può ottenere tutto in fretta: ogni giorno che passa dovremo costruire la nuova squadra. Qui mi aspetto un passo avanti sul piano della personalità. Dico di più: lo scetticismo che mi accompagna dall’inizio era preventivato: lo posso eliminare col lavoro, le prestazioni, il risultato. Ricordiamoci però una cosa: prima dell’Europeo non ci sono state grandi partite della Nazionale. Perché poter lavorare per 40 giorni insieme è necessario per costruire un’Italia importante». SU PELLE’. Mantenendone le prerogative morali. E in questo senso il caso Pellè fa parte di questo impegno. Il ct, che in un primo momento era apparso quasi conciliante davanti alla sceneggiata del suo giocatore, due giorni fa ha poi preso la decisione di allontanare il centravanti dal ritiro azzurro. E ieri ha spiegato il motivo: «C’è stata mancanza di rispetto non tanto nei miei confronti ma in quelli di compagni e della maglia. Direi che si è annacquata l’immagine del gruppo costruita nel tempo e quella forza che ha permesso di ridurre il gap tra noi e le grandi squadre, come Spagna e Germania; e questo è inaccettabile; Pellé fuori definitivamente con me ct? No, nessuna preclusione ma lasciamolo meditare sull’errore; aggiungo che tra me e lui non c’è niente di personale, e credo che la cosa sia reciproca». Chiaro il riferimento a quanto emerso sui motivi nascosti della rabbia incontenibile di Pellé: l’idea di non essere più al centro del progetto a favore di Immobile e Belotti, più “vicini” di lui al ct, al di là dei suoi numeri azzurri (20 presenze, 9 gol). Ventura insomma ha riecheggiato le parole di De Rossi, dopo ItaliaSpagna. C’è da dire che ieri, a Skopje, Buffon seduto al suo fianco, sul tema è stato stringatissimo in maniera inusuale: «La decisione è del tecnico e della Federazione: noi non mettiamo becco». LARGO AI GIOVANI. Tornando alla vigilia, Ventura ha confermato turn over e inserimento di forze fresche, non solo per necessità ma anche per volontà, a partire da l’inserimento di Verratti: «Sì, giocherà. Come avevo detto il mese scorso lui è un capitale importante della Nazionale. Ma deve essere gestito in questa fase. Stiamo costruendo il futuro di questa squadra, in modo mirato; sono contento di averlo risparmiato con la Spagna. Confermo che lui e De Rossi sono alternativi ma non significa che in alcune occasioni non possano giocare insieme. Mi dite dei giovani. Io ci punto, poi schiero Romagnoli e mi si dice che è un rischio…Certe svolte vanno fatte gradatamente; abbiamo giovani interessanti, in questo gruppo ce ne sono già alcuni, altri arriveranno a breve. Non vedo l’ora»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.